CAGLIARI. Oltre duecento uomini impiegati, insieme a tutti i 25 mezzi navali, costieri e terrestri presenti nella giurisdizione di Cagliari, con pattugliamenti coordinati e territorio diviso in zone, per facilitare i controlli. È quanto previsto dalla campagna di sicurezza "Mare Sicuro", predisposta dalla Guardia costiera a partire da sabato 17 giugno fino a domenica 17 settembre presentata stamattina dal comandante della Capitaneria Roberto Isidori. Che ha parlato anche dei controlli sul Fluorsid ("Tutti i valori finora sono in regola") e dell'emergenza migranti: "Devono essere fermati a terra, quando sono in mare non possiamo fare altro che salvarli".
"Esiste un coordinamento nazionale e regionale. Per la Sardegna meridionale, ossia per la nostra direzione marittima, il tratto di coste controllato va da Arbatax a Bosa", ha detto il comandante Roberto Isidori, direttore marittimo della Sardegna meridionale, nel presentare la campagna insieme ai comandanti Fernando Fanari e Andrea Fioravanti, responsabili del reparto operativo. "Cercheremo di favorire il buonsenso nella fruizione delle spiagge, come evitare di essere colti da colpi di calore o evitare di entrare in mare se è esposta la bandiera rossa", ha spiegato Isidori.
Ma Isidori ha parlato anche delle emergenze ambientali: "Nessun allarmismo sul caso Fluorsid, ma siamo convinti che la guardia debba essere sempre alta, anche se dai controlli al momento tutto sembra essere tutto in regola. Abbiamo anche stilato una convenzione con l'Arpa, con i tecnici incaricati di effettuare i campionamenti che salgono a bordo dei nostri mezzi. Per quanto riguarda la situazione delle acque, ribadisco ancora che i primi dati, specie per quanto riguarda la tutela della filiera ittica, con le analisi fatte dopo lo scoppio del caso, tutto è in regola.
Un passaggio anche sull'emergenza sbarchi: "Il fenomeno si sta palesando in tutta la sua rilevanza, dato che non si fermerà facilmente alla luce delle stime. Lo scorso anno 69 sbarchi per quasi mille migranti arrivati con gli sbarchi diretti. Il trend è in crescita, ma sono correlati a condizioni meteo-marine, data la struttura dei barchini. La soluzione del problema potrebbe arrivare solo con accordi internazionali che prevedano un intervento 'a terra', perché una volta che queste persone sono in mare noi non possiamo far altro che intervenire per trarli in salvo".