ROMA. Immortalata mentre faceva la fila per un tampone, col cappuccio in testa e la mascherina sul volto. Ha fatto il giro d'Italia la foto dell'ex sindaca di Roma Virginia Raggi, sulla quale si è scatenata la polemica: "È una no vax", "In incognito per il tampone", hanno titolato i giornali, che l'hanno messa alla gogna. A difenderla è arrivato anche il nemico politico Matteo Salvini.
La raggi oggi ha deciso di parlare. Non spiega, al contrario di quanto sollecitava Carlo Calenda, se si sia vaccinata o no. Ma difende chi non lo ha fatto.
"Chiariamo subito due punti"; esordisce, "non stavo facendo nulla di illegale e, a differenza di quanto qualcuno vuole insinuare, non ero in “incognito” solo perché indossavo un cappuccio per difendermi dal freddo. Se avessi voluto nascondermi (da cosa poi?) avrei cercato una farmacia senza fila"
Ma il punto non è questo, continua la raggi, "È piuttosto il clima di odio e discriminazione che si sta generando nel Paese attraverso l’etichetta “no-vax”. Dobbiamo fermare questa atmosfera di caccia alle streghe. Penso ad alcuni articoli letti in questi giorni. Uno mi ha particolarmente colpita: “L’identik del no-vax: licenza media, senza lavoro e con disagio abitativo”. Al di là della valenza statistica del dato, credo che così facendo si stia innescando un meccanismo di ghettizzazione sociale. Le divise, vax e no-vax, sono sbagliate perché creano partigianerie avverse e pronte a scontrarsi".
E prosegue: "Quanto al vaccino Covid lo ripeto: è una scelta che va fatta ascoltando i medici e gli specialisti, non qualche politico che si improvvisa esperto ma in realtà prova soltanto a “solleticare la pancia” del Paese per fini elettorali".