BARCELLONA. Per decenni le linee guida della “buona alimentazione” hanno allarmato sui rischi della salute legati all’assunzione dei grassi. Ma, a partire da oggi, sembra che le regole siano destinate a cambiare. Limitare i grassi per salvaguardare il cuore? Sì, ma senza esagerazioni. Bistecche, formaggi e grassi? Non fanno male. Arriva da un gruppo di ricercatori canadesi la notizia che farà inorridire i salutisti e rallegrare invece gli amanti del buon cibo: i carboidrati andrebbero limitati, per i grassi, invece, non bisogna creare allarmismi. È il risultato dell’analisi presentata oggi a Barcellona dai ricercatori canadesi dello studio “PURE”(Prospective Urban Rural Epidemiology) al congresso europeo di cardiologia, che punta il dito sulle linee guida attuali, le quali, limitando l’apporto dei grassi totali sotto il 30 per cento dell’energia e i grassi saturi a meno del 10 per cento, non terrebbero conto di un'importante capovolgimento di regole salutari. I grassi, infatti, secondo lo studio guidato dall'Università di Hamilton (in Ontario), sarebbero associati a un più basso rischio di mortalità rispetto a quello legato a una dieta ricca di glucidi.
“Limitare l'assunzione di grassi non migliora la salute delle persone, che invece potrebbero trarre benefici se venisse ridotto l'apporto dei carboidrati al di sotto del 60 per cento dell'energia totale, e aumentando l'assunzione di grassi totali fino al 35 per cento”, ha dichiarato Mahshid Dehghan, ricercatrice del Population Health Research Institute della McMaster University e tra gli autori dell'analisi.
Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno analizzato le abitudini alimentari del campione preso in esame (consumo di carboidrati e dei diversi grassi) grazie a questionari relativi a stili di vita e nutrizione, suddividendo poi i partecipanti in classi a seconda della dieta seguita. Dati che, poi, sono stati confrontati con quelli relativi agli eventi e alla mortalità cardiovascolare. Secondo i ricercatori canadesi, infatti, "limitare l'assunzione dei grassi non migliora la salute delle persone, l'apporto dei carboidrati invece andrebbe ridotto".
“L'importante – ha commentato Alberto Zambon, associato di Medicina all’Università di Padova - è fare attenzione alla qualità dei grassi: sappiamo che quelli da privilegiare sono i mononsaturi (l'olio di oliva, per esempio) e alcuni polinsaturi (gli Omega 3 nel pesce o nella frutta secca). In sostanza quelli che sono alla base della dieta mediterranea”.