In Sardegna

Il Tar di Cagliari: "Legittimo l'ordine di affissione del crocifisso in tutti gli uffici pubblici: è identità culturale"

Crocifisso

CAGLIARI. È legittimo l’ordine di affissione del crocifisso in tutti gli uffici pubblici. Lo ha detto il Tar della Sardegna, richiamando un verdetto della Corte europea dei diritti dell’uomo, nella sua decisione su una controversia nata in un piccolo paese della Trexenta: Mandas. Qui nel 2009 l’allora sindaco, Umberto Oppus, aveva imposto la presenza del simbolo della cristianità in tutti gli uffici comunali. I soci dell’Uaar (Unione degli atei e agnostici razionalisti) di Cagliari erano subito scattati contro il provvedimento, presentando un ricorso ai giudici amministrativi di piazza del Carmine. Poco tempo dopo Oppus aveva revocato l’ordinanza, ma la controversia al Tar è andata avanti. L’associazione, con delle memorie presentate nello scorso mese di aprile – anche se ormai non esisteva più l’atto che aveva scatenato la lite giudiziaria – ha chiesto alla corte di decidere nel merito: è legittimo o no ordinare l’affissione del crocifisso. La risposta è stata: sì. Il crocifisso”, si legge nelle motivazioni del rigetto del ricorso del Uaar, con riferimento al pronunciamento della Corte europea, “non viene considerato dai giudici di Strasburgo un elemento di indottrinamento, ma espressione dell’identità culturale e religiosa dei Paesi di tradizione cristiana”: Ancora, dice il Tar, che “è doveroso garantire ad ogni Paese un margine di apprezzamento quanto al valore dei simboli religiosi nella propria storia culturale e identità nazionale e quanto al luogo della loro esposizione; in caso contrario, in nome della libertà religiosa si tenderebbe paradossalmente invece a limitare o persino a negare questa libertà, finendo per escluderne dallo spazio pubblico ogni espressione”.