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CAGLIARI. “Le donne non vengono uccise perché fragili, ma perché lasciate sole”. Queste le parole di Fulvia Murru, segretaria generale della Uil Sardegna e Carla Meloni segretaria regionale con delega alle pari opportunità, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.
La Uil Sardegna ha accolto l'invito del Difensore Civico della Regione Sardegna aderendo all’iniziativa “Posto Occupato”. La sedia arancione, vuota, rappresenta tutte le donne che non potranno più tornare a sedersi perché la violenza le ha strappate alla vita. Il drappo arancio, esposto nelle sedi Uil, nei luoghi di lavoro, diventa un gesto pubblico e visibile: un modo per dire che la violenza non è un fatto privato, che la società non volta lo sguardo, che ogni comunità ha il dovere di proteggere, intervenire, prevenire. L’arancione è simbolo di ottimismo, vuole rappresentare un futuro libero dalla violenza contro donne e ragazze, come suggerito dalla campagna delle Nazioni Unite “Orange the world”. “La sedia vuota è un grido muto – sottolinea la Uil Sardegna -. Il drappo arancione è la promessa che non lasceremo più nessuna donna sola”.
Sole come le 6,4 milioni di donne in Italia che hanno subito nella vita una violenza fisica o sessuale, sole come le 6 donne uccise nel 2024 in Sardegna. “Un dato che non ha bisogno di interpretazioni – sottolineano Murru e Meloni – e che conferma quanto la nostra Isola non sia immune al fenomeno. Le donne continuano a chiedere aiuto in territori dove i servizi sono fragili, le distanze ampie e le protezioni insufficienti”.
La Uil Sardegna denuncia l’idea, ancora troppo diffusa, che i femminicidi siano “tragedie isolate” o “raptus improvvisi”.
“La verità – dichiarano Murru e Meloni – è che la violenza non esplode all’improvviso: cresce ogni giorno dentro un sistema che minimizza, giustifica e non interviene. Se una donna denuncia e non viene protetta, lo Stato ha fallito. Se una donna chiede aiuto e non trova risposte rapide, la società è complice”.
La Uil Sardegna chiede interventi immediati e coordinati su ogni denuncia: aumento delle case rifugio e del personale specializzato; finanziamenti stabili ai centri antiviolenza; pene certe e tempi rapidi nei procedimenti giudiziari; sostegno economico e autonomia per le donne che trovano il coraggio di denunciare e fuggire dalla violenza; formazione obbligatoria nelle scuole e nei luoghi di lavoro. “Il 25 novembre non deve servire a ricordare le donne che abbiamo perso – precisano Murru e Meloni -, ma a impedire che altre perdano la vita. Basta parole, basta fiori, basta commemorazioni sterili. Serve agire. Adesso”.
Oggi chi si troverà nella sede della Uil Sardegna noterà subito il “Posto Occupato”, la sedia arancione simbolo della giornata e i due cartelloni con lo slogan scelto dalla Uil per il 25 novembre: “Il silenzio degli uomini è la voce della violenza”. Accanto alla sedia ci sarà un libro in cui lasciare il proprio pensiero, in cui condividere la propria riflessione per spezzare definitivamente il silenzio affinché nessuna donna rimanga più sola.













