In Sardegna

Ufficiale: Lula candidata per la costruzione dell'Einstein Telescope da un miliardo di euro

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Einstein-telescope

 

 

NUORO. Adesso è ufficiale: la miniera di Sos Enattos a Lula è candidata a ospitare l'Einstein Telescope, l'impianto di ricerca ultratecnologico per lo studio delle onde gravitazionali che vale un investimento da un miliardo di euro, centesimo più centesimo meno. Nelle viscere della montagna nel cuore della Sardegna potrebbe nascere un'infrastruttura "che contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell’universo e dei processi fisici che lo governano. L’Italia è alla guida del gruppo di nazioni che hanno presentato la proposta nell’ambito dell’aggiornamento per il 2021 della roadmap Esfri, il forum strategico europeo che definisce quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca in Europa, in virtù della sua lunga tradizione scientifica nel settore della rivelazione diretta della onde gravitazionali", si legge in una nota dell'Istituto nazionale di Atrofisica, "L’impegno assunto dal Ministero dell’università e della ricerca italiano a ospitare in Sardegna questa infrastruttura è supportato dalle espressioni di interesse da tre enti di ricerca nazionali italiani: l’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn, coordinatore del progetto insieme agli olandesi del Nikhef, Istituto nazionale di fisica subatomica), l’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). La regione Sardegna, così come le università di Sassari e di Cagliari hanno espresso il loro vivo interesse all’installazione di questa infrastruttura di ricerca avanzata.

Perché Lula? Per il silenzio (misurato con apparecchiature sofisticate), per la presenza della miniera che si presta ad accogliere i macchinari che necessitano di spazi sotterranei per chilometri, per la sismicità nulla e per la scarsa antropizzazione. Condizioni ideali, che mettono la Sardegna in competizione con una proposta olandese. 

«Le grandi infrastrutture di ricerca sono volano per la crescita scientifica, tecnologica ed economica», sottolinea Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn. «Ospitare grandi infrastrutture di ricerca significa attrarre nel proprio Paese giovani ricercatori e scienziati di altissimo livello da tutto il mondo, significa favorire lo sviluppo di un tessuto industriale dell’alta tecnologia, significa conquistare una leadership internazionale in campo scientifico. Poter realizzare questi ambiziosi progetti in Italia rappresenterebbe un’opportunità unica per catalizzare sul nostro territorio l’afflusso di nuove risorse, in termini sia di competenze scientifiche e tecnologiche sia economici, rafforzando l’eccellenza della ricerca italiana in questi ambiti, e favorendo l’innovazione e la competitività dell’industria nazionale sul mercato globale», conclude il presidente dell’Infn.

«L’Einstein Telescope consentirà agli scienziati di rivelare eventi di coalescenza di due buchi neri di massa media nell’intero universo contribuendo alla comprensione della sua evoluzione», spiega Michele Punturo, responsabile internazionale del progetto, «e consentirà di vedere sotto una nuova luce l’universo oscuro chiarendo quali ruoli giochino l’energia e la materia oscura nella struttura dell’universo».

L’Einstein Telescope esplorerà in dettaglio la fisica dei buchi neri. Questi corpi celesti, caratterizzati da un campo gravitazionale di intensità estrema e la cui esistenza è predetta dalla relatività generale di Albert Einstein, ma per questo sono anche il luogo dove cercare di osservare fenomeni non predicibili da questa teoria, aprendo nuovi capitoli della fisica. L’Einstein Telescope rileverà migliaia di eventi di coalescenze di stelle di neutroni binarie all’anno migliorando la nostra comprensione del comportamento della materia in condizioni estreme di densità e pressione, impossibili da riprodurre in qualsiasi laboratorio. Inoltre, offrirà la possibilità di studiare la fisica nucleare che domina le esplosioni delle supernove.