CAGLIARI. E adesso in consiglio regionale spunta la proposta di legge che reintroduce i fondi per i portaborse e consulenti, per un costo di 18 milioni in cinque anni. Soldi che ogni consigliere regionale (60mila euro a testa all'anno) potrebbe utilizzare per far lavorare chi vuole, al suo servizio, pagandolo con soldi pubblici perché con la normativa vigente si è limitato "l'apporto di professionalità, esterne alla pubblica amministrazione, dotate di esperienze, di titoli di studio, professionali e accademici, nonché di qualificate specializzazioni che potrebbero risultare di grande utilità e rilievo per l'attività istituzionale", si legge nei documenti ufficiali.
Una normativa, quella vigente, "particolarmente restrittiva" - così viene definita nella relazione allegata alla proposta di modifica - introdotta dopo lo scandalo dei fondi ai gruppi: quando gli onorevoli di due legislature sono finiti sotto inchiesta per la gestione "allegra" dei fondi a disposizione dei componenti di ogni partito, si era deciso che con gli onorevoli in consiglio potessero lavorare solo dipendenti pubblici in comando. Che, quindi, anziché essere pagati da Asl, enti regionali o Comuni- per esempio - vengono retribuiti dal consiglio regionale, con un netto taglio delle spese. Perché quei soldi uscirebbero lo stesso dalle casse pubbliche.
Ora viene proposta la rivoluzione con il ritorno al passato, "sempre in un'ottica di contenimento della spesa", viene specificato. E a pubblicare il contenuto dei documenti portati all'attenzione della conferenza dei capigruppo è di nuovo Massimo Zedda, che solo ieri aveva denunciato l'intenzione - poi sconfessata da tanti - di voler introdurre una onorevole pensione per i consiglieri regionali: sarebbe stato il primo atto approvato dal consiglio regionale. Il secondo, stando a quanto riferito da Zedda, sarebbe una sorta di "reintroduzione dei fondi ai gruppi", con la gestione dei soldi destinati a portaborse e consulenti.
"La legge è stata illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio Regionale, il leghista onorevole Pais, della maggioranza leghista e sardista del centrodestra regionale", attacca Zedda, "Non bastava la prima proposta, quella per la reintroduzione delle pensioni o vitalizi ai consiglieri regionali, la maggioranza di destra ritiene che la seconda priorità per la Sardegna sia quella di dare decine di milioni di euro ai gruppi consiliari. La spesa? 60.000 euro circa a consigliere per 60 consiglieri, ogni anno, per 5 anni. Totale per la legislatura? 18 milioni di euro. Sommati ai vitalizi? Quasi 24 milioni di aumento di costi della politica", aggiunge Zedda. Che lancia l'affondo: Fondi per i servizi sociali? Incentivi alle imprese e al tessuto economico e all’agricoltura? Finanziamento alle società sportive, alla cultura, all’istruzione? Prima i sardi e la Sardegna? No. Prima gli onorevoli. Questa è la loro idea di Sardegna, un’isola da spolpare".
Zedda: "Vogliono riportare i fondi ai gruppi in consiglio regionale: ecco i documenti"
- Redazione