CAGLIARI. “Una legge di stabilità non può essere solo un esercizio contabile, deve diventare una leva di sviluppo competitivo". Così Valeria Satta, presidente di Federterziario Sardegna, ha presentato alla III Commissione Bilancio del Consiglio regionale le proprie osservazioni sulla manovra di bilancio per gli anni 2026-2028, una manovra da oltre 10 miliardi di euro che definirà l’orientamento delle politiche economiche, sociali e produttive della Sardegna per il prossimo anno.
L’analisi dell’associazione riconosce l’impegno della Giunta regionale nel sostenere alcuni settori strategici, ma evidenzia la necessità di una visione più ambiziosa, organica e orientata allo sviluppo. La manovra non può limitarsi a una distribuzione di risorse, ma deve trasformarsi in uno strumento capace di generare investimenti produttivi, crescita occupazionale e innovazione strutturale.
“Una legge di stabilità deve indicare una direzione chiara di sviluppo e accompagnare le imprese nella creazione di valore e occupazione”, dichiara Satta.
Gli incentivi destinati alle imprese giovanili e femminili, insieme agli interventi per la sicurezza sul lavoro e ai progetti di formazione digitale, rappresentano segnali incoraggianti. Tuttavia, tali misure rischiano di restare episodiche e frammentate se non inserite in una strategia economica complessiva in grado di affrontare le criticità strutturali del sistema produttivo regionale. Federterziario sottolinea l’urgenza di politiche fiscali più competitive, semplificazioni burocratiche reali e di un piano industriale regionale che integri innovazione tecnologica, transizione digitale e sviluppo delle PMI.
Sul fronte occupazionale, la legge - secondo Satta - non individua obiettivi chiari per la creazione di lavoro stabile e di qualità, mentre la formazione, pur fondamentale, deve essere strettamente connessa alle esigenze concrete delle imprese, per evitare dispersione di risorse pubbliche.
“La formazione ha senso solo se risponde ai fabbisogni reali del tessuto produttivo. Servono politiche del lavoro costruite insieme alle imprese, non calate dall’alto”, sottolinea Satta.
Per quanto riguarda l’agricoltura, pur citata nella manovra, Federterziario Sardegna ritiene necessario un cambio di passo. Il comparto non deve essere considerato esclusivamente come presidio delle tradizioni, ma come asset strategico di competitività, sostenibilità e innovazione. Positive le risorse destinate alla tutela della biodiversità e alla lotta alle specie invasive, ma insufficienti rispetto alle sfide poste dalla concorrenza internazionale, dalla volatilità dei prezzi e dai cambiamenti climatici.
Federterziario ritiene prioritario investire in agricoltura di precisione e digitalizzazione delle filiere, sostenere l’internazionalizzazione delle imprese agricole, rafforzare le sinergie tra agricoltura e turismo, valorizzando le eccellenze agroalimentari, e facilitare l’accesso al credito e la formazione tecnica per accompagnare le aziende verso modelli più resilienti e innovativi.
L’associazione, infine, chiede alla Regione di introdurre procedure rapide e trasparenti per l’accesso agli incentivi, accompagnate da misure fiscali in grado di rafforzare la competitività delle PMI. È indispensabile definire piani occupazionali coerenti con le esigenze del sistema produttivo e sostenere con decisione l’innovazione tecnologica in tutti i settori.
“La Sardegna ha tutte le potenzialità per crescere, ma serve una strategia che metta davvero al centro impresa, lavoro e innovazione. Federterziario è pronta a collaborare con la Regione per costruire soluzioni concrete, condivise e orientate allo sviluppo”, conclude Valeria Satta.













