CAGLIARI. Come piatto principale o come condimenti, sono buone, gratuite e fanno bene alla salute. Basta coglierle, uscendo dalla città, e sapere come utilizzarle. Adesso si può: c'è una guida dettagliata all'uso gastronomico delle piante spontanee della Sardegna, realizzata da Laore e disponibile online (gratis, anche in questo caso, a questo link). A leggerla si scoprono tutte le proprietà delle erbe che vengono superate magari con disinteresse dai "profani" che camminano per la campagna. Ma nella tradizione culinaria sarda hanno un ruolo secolare.
Un esempio? La calcatreppola campestre, una pianta spinosa. I giovani germogli vengono usati, si legge nella guida, "in insalata, mentre le foglie giovani si conservano sott’aceto e si consumano come il cetriolo. La specie entra nella composizione della minestra di 18 erbe selvatiche in Barbagia". Ma ecco le proprietà: "Nella medicina popolare per via interna. Apparato urinario: come diuretico e anticalcolotico. La radice in infuso, impiegata un tempo, a Villasimius e nel Sulcis nell’idrope e nel blocco urinario. Apparato digerente: come eupeptico-digestivo, decotto di radice nel territorio di Bolotana, infuso di foglia e radice nel Sulcis come antidiarroico. Sistema ormonale: come galattofugo, ossia per interrompere la secrezione lattea, infuso di radice nel Sulcis. Come afrodisiaco, come testimonierebbe anche il nome Kard’e dònna, kardedònna (Campidano), mammaràida (mamma gravida a Macomer). La pianta veniva somministrata ai propri mariti soprattutto di giovani signore, della classe nobiliare costrette a sposare uomini anziani o addirittura vecchi per motivi di interesse".
Piante spontanee della Sardegna, un patrimonio in cucina: c'è la guida (gratis)
- Redazione