CAGLIARI. Tanto rumore per nulla. O meglio: per uno che a quanto pare rappresentava se stesso e poco più. Il Movimento sociale sardo-destra regionale prende le distanze dalla manifestazione "Stop invasione" del 30 giugno. Un'iniziativa contro gli immigrati con decine di uomini delle forze dell'ordine impegnati, centro blindato, corteo di una trentina di autoconvocati scortato da piazza Repubblica a via Roma, antifascisti schierati. A sfilare c'era una ventina di persone: sembrava che Daniele Caruso, l'organizzatore, avesse messo tutto in piedi in nome e per conto del Movimento sociale sardo. Invece no.
Arriva una nota di presa di distanza da parte della sigla di destra, a firma del presidente Alessio Cerbone, nella quale si esprime soddisfazione per il flop di partecipazione: "Prendiamo atto con soddisfazione che i simpatizzanti del Movimento hanno disertato (su indicazione dei vertici) l’evento chiamato “stop invasione” tenutosi in cagliari il 30 giugno c.a. e prendiamo le distanze dagli organizzatori che millantano di rappresentare la nostra sigla", è l'esordio, "i numeri risicati dei partecipanti, per una tematica così importante per la nostra isola, già martoriata dalla crisi economica, la disoccupazione, le calamità naturali e l’invasione selvaggia, dimostrano lo spessore pressoché nullo che effettivamente ha chi cerca di creare confusione ai nostri danni". A destra tira pure aria di denunce: "Abbiamo inoltre provveduto a tutelare la nostra sigla nelle sedi opportune. Nel frattempo continuiamo ad invitare i simpatizzanti a diffidare dalle sigle taroccate".