ORISTANO. Il Golfo di Oristano è caratterizzato da un complesso sistema di fiumi e zone umide che rappresenta un hotspot mediterraneo di biodiversità in termini di specie e habitat. Tra queste, la laguna di Marceddì (SIC San Giovanni, stagno di Corru S’Ittiri e Marceddì), un profondo golfo marino, all’interno di un’area di rilevanza internazionale RAMSAR, inserito tra la pianura agricola Arborea - Terralba e il promontorio di Capo Ferrato. Una zona soggetta a frequenti eventi estremi legati ai cambiamenti climatici, tra grave siccità e piogge intense. Proprio in questa zona il gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione MEDSEA interverrà nei prossimi 4 anni, all’interno del progetto TransformAr. Finanziato dall’Unione Europea (progetto Horizon - H2020), TransformAr ha come obiettivo quello di sviluppare e dimostrare percorsi, prodotti e servizi per avviare e accelerare processi adattivi su larga scala per l'adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree e comunità vulnerabili in tutta Europa. Il Golfo di Oristano, unico sito in Italia del progetto, tra le zone in Sardegna più esposte agli eventi estremi, legati proprio al clima.
Da mercoledì 22 giugno fino al 24, una quarantina di esperti provenienti da 11 paesi diversi si incontrano a Oristano, nella sede del Consorzio UNO – Università di Oristano in via del Carmine, per il secondo Consortium Meeting che servirà a discutere le soluzioni di implementazione possibili e gli ecosistemi di innovazione (IE) nei siti di interesse (6 in totale). Domani, 23 giugno, si effettuerà la visita nel sito dimostrativo di San Giovanni, al termine del briefing che si svolgerà al Museo del Mare di Marceddì. Saranno presenti: Luca Cocco, Direttore Generale dell'Assessorato della difesa dell'ambiente, Antonio Trabucco, Ricercatore del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambi Climatici (CMCC), e gli esperti e referenti del progetto della Fondazione MEDSEA.
“Visti i cambiamenti climatici in atto e l’esposizione di tutto il Golfo agli eventi estremi ad esso collegati, Oristano è determinata a fare tutto il necessario per l’adattamento, anche con il supporto delle soluzioni fornite dal progetto TransformAr”, così il neo sindaco di Oristano, Massimiliano Sanna, nel discorso di benvenuto agli ospiti ad apertura della tre giorni di conferenze.
“Nell'ultimo decennio, il sistema idraulico realizzato il secolo scorso in grado di proteggere le aree agricole urbane si è rivelato inadeguato per via degli eventi climatici estremi – spiega il progetto Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA -, con danni crescenti alla biodiversità e alla pesca. Attraverso l'uso di soluzioni di controllo intelligenti, come il sistema di “SMART opening”, posizionato alla foce tra Flùmini Mannu e lo stagno di San Giovanni, sarà possibile gestire il controllo delle piene dei fiumi in uscita o il contenimento dei pesci. Il posizionamento di idrometri e sensori all'interno della laguna consentiranno di avere sotto controllo il livello dei vari parametri (temperatura, pH, potenziale redox, percentuale di ossigeno disciolto, saturazione…). Una stazione metereologica consentirà di implementare un sistema di allerta meteo della protezione civile; non in ultimo verranno dati in dotazione dei mezzi nautici lagunari ecologici (alimentati con energia elettrica) preposti al monitoraggio e all’osservazione dei fondali e parametri ambientali lagunari con la partecipazione dei pescatori locali”.
- Enrico Fresu