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Quartu, il racconto della fuga dall'Istria: "La storia ci insegni cosa non fare"

QUARTU. Una giornata nel segno della memoria e del ricordo, che ha visto impegnate le rappresentanze della Giunta e del Consiglio Comunale insieme ai ragazzi delle scuole, uniti in un momento di riflessione sulle grandi tragedie della storia, come monito ed insegnamento alle future generazioni affinché l'orrore vissuto non debba più ripetersi.

Per scelta del Comune, già dallo scorso anno la piazza del Donatore è stata eletta a luogo tangibile del Ricordo, con l'apposizione di una stele in pietra che commemora attraverso il tratto della materia la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe al termine della Seconda Guerra Mondiale. I saluti istituzionali sono stati portati dall'assessora all'Istruzione Cinzia Carta, che ha accolto insieme alla presidente della Commissione Istruzione Ketty Giua e ad una delegazione di rappresentanti del Consiglio i ragazzi dell'Istituto Primo Levi. 

"Il Giorno del ricordo è una pagina di storia che è rimasta strappata per lungo tempo e che l'Italia ha voluto dimenticare fino all'emanazione della legge del 30 marzo 2004, n. 92, che riconosce il 10 febbraio quale Giorno del ricordo al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale".

"Per espressa volontà di legge- ha aggiunto l'assessora- in questa giornata sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. E' quello che stiamo facendo qui oggi:  abbiamo il dovere morale di ricordare le popolazioni torturate, assassinate e gettate tragicamente nelle foibe, nonché ricordare l'esodo progressivo dei luoghi dell'Istria e della Dalmazia in cui tanti italiani erano nati e in cui si erano insediati nei secoli. Il significato della giornata di oggi è quello trasmettere il valore del ricordo e del rispetto ai nostri ragazzi".

E' seguito l'intervento della vice-presidente della commissione Istruzione Laura Perra, che rivolta agli studenti presenti, li ha invitati a "imparare dal passato, e a non farsi schiacciare dal rancore". Ancora: "Nelle foibe la dignità umana è stata inghiottita. Il ricordo delle foibe e per me è quello del mio vicino di casa. Un uomo riservato, un ex pilota. Riuscì a volare via da Pola, in Istria, fino alla Sardegna. Dietro gli occhiali scuri nascondeva sua grande tristezza di esule".

E' poi intervenuto a portare la sua toccante testimonianza Francesco Amore, decano del consiglio comunale e figlio secondogenito di una famiglia esodata dall’Istria. La sua famiglia raggiunse l’Istria per decisione di Mussolini, destinata all'impiego nelle estrazioni nelle grandi miniere di carbone.

"Durante la notte noi alloggiavamo in una serie di piccole abitazioni a contorno delle miniere", racconta Amore, che descrive anche il clima di terrore crescente e la concitata fuga dall'Istria: "La notte ci svegliavano e ci mettevano in fila. Alcuni di noi venivano legati ai piedi col fil di ferro. Si sparava ai primi. Mia madre e mio padre avevano rischiato diverse volte. Quando mia madre rimase incinta decisero di lasciare l’Istria per salvare la bambina". Un'esperienza che ha lasciato un segno profondo, " ma anche un segno di speranza, che è sempre presente accanto all’uomo, che ha sempre davanti a se una strada per la salvezza. La storia insegna soprattutto ciò che non dobbiamo fare". 

Poco distante dalla Piazza del Donatore, nel Giardino Palatucci, si è svolta la cerimonia solenne in omaggio al vice Questore Giovanni Palatucci, laddove l'Amministrazione Comunale ha voluto apporre sin dallo scorso anno una targa commemorativa ed un ulivo, uguale a quello dedicato a Palatucci nel famoso Giardino dei Giusti a Gerusalemme. Alla cerimonia erano presenti, insieme al sindaco Graziano Milia e alla Presidente del Consiglio Rita Murgioni, il Prefetto di Cagliari Gianfranco Tomao ed il Questore dr Paolo Rossi.