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Selargius, gli studenti fanno “rinascere” i rifiuti con le loro opere d'arte

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SELARGIUS. C’è chi ha trasformato un vecchio asciugacapelli in aspirapolvere, unendo una bottiglietta di plastica all’apparecchio e dotandolo di piccole pale di plastica, e chi ha ridato vita allo schermo di una tv non più funzionante: occhi, naso e braccia ricavate da semplici presine. Una nuova e originale veste ai rifiuti, frutto del progetto didattico Raee lab, ideato e promosso dal Comune di Selargius insieme a Campidano Ambiente (la società che gestisce il Servizio di Igiene urbana), partito a novembre dell’anno scorso e concluso questa mattina, con la premiazione degli studenti della III B della scuola secondaria di primo grado di via delle Begonie. “A tutti loro vanno i complimenti da parte di tutta l’Amministrazione comunale”, commentano con orgoglio il sindaco Gigi Concu e la vicesindaca Gabriella Mameli. “Il nostro Comune è attentissimo alle tematiche ambientali e costantemente impegnato nella lotta all’inciviltà e al contrasto delle cattive abitudini in fatto di differenziata, poche e semplici regole del vivere civile che purtroppo non tutti rispettano”, osservano. “Siamo fortemente convinti che una buona educazione in tal senso debba partire dalle nuove generazioni, capaci, come spesso accade, di insegnare tanto anche a noi adulti”. Ne è certo anche Carlo Lolliri, l’amministratore delegato di Campidano Ambiente che con i tecnici Laura Marconi e Flavia Biggio ha organizzato la giornata di premiazione online, conclusa con un assegno da 200 euro.

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“È una grande soddisfazione anche per la società e tutto il gruppo Gesenu: la sensibilizzazione e l’educazione ambientale sono tra i punti cardine dell’azienda”, commenta Lolliri. “I giovani sono un veicolo fondamentale di traino tra gli adulti e le buone abitudini”. In questi mesi gli studenti si sono soffermati sui Raee, “una tipologia di rifiuto in costante aumento, visto il consistente utilizzo della tecnologia nella vita quotidiana e la loro sempre più precoce obsolescenza”, sottolinea la Biggio. “Ogni italiano produce in media 14,7 chili di Raee all’anno, di questi, solo 4 chili ad abitante viene correttamente avviato a recupero. Un dato che può essere sicuramente migliorato attraverso una maggiore conoscenza sulla raccolta ed il riciclo di questa particolare tipologia di rifiuto”. Grazie al progetto, promosso in collaborazione con Ancitel Energia e Ambiente Srl, i giovani ambientalisti hanno partecipato a laboratori didattici, e con l’aiuto del robot Raeemondo, si sono affacciati al mondo di questi particolari rifiuti, imparando da quali componenti sono composti e quali possono essere recuperati. Hanno anche appreso le fasi del riciclo, attraverso un tour virtuale guidato all’interno degli impianti di recupero. Per poi dare libero sfogo alla loro fantasia realizzando le loro opere d’arte. 

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