CAGLIARI. Colazione nel Corso Vittorio Emanuele con i cagliaritani: il centrosinistra di palazzo Bacaredda scende in strada per dire “no” alla riapertura del Corso e delle vie Manno e Garibaldi per le operazioni di carico e scarico, 7 giorni su 7 dalle 8 alle 10. Il provvedimento del Comune c’è già. Ma è già partita anche una raccolta firme che è andata avanti anche questa mattina con caffè e zeppole. Più di un centinaio di cittadini si sono ritrovati con i consiglieri questa mattina per esprimere la loro contrarietà al ritorno delle auto nelle vie integralmente pedonali. Il coro dei “no” arriva da commercianti, residenti e semplici cagliaritani.
“Abbiamo voluto incontrare i cittadini con questa colazione simbolica per far notare cosa vuol dire avere una strada pedonale”, ha detto Camilla Soru, consigliera Pd e tra i promotori del flash mob, “quest’ordinanza è stata quantomeno frettolosa: è giusto ascoltare tutti, capire quali sono le esigenze di residenti e commercianti”.
“Ci abbiamo messo tanto a ottenere questo risultato”, ha detto Ornella Porcedda, commerciante del Corso, “il mio non è un no assoluto, ma chiedo a questa amministrazione di avere un’organizzazione. Perché non installare dei dissuasori?”.
“Abito nel Corso da dieci anni e ho visto con i miei come è cambiata la strada con la pedonalizzazione”, dice Giovanni Antonio Lampis, avvocato, “dove prima c’erano serrande abbassate oggi c’è un sistema economico che ha prodotto valore”. Laura Fadda, che non risiede nel Corso ma lo frequenta parla di “un ritorno al passato”.
D’accordo anche Giovanni Satta, che spesso percorre il Corso in bicicletta per andare al lavoro: “È una scelta in controtendenza rispetto a quello che si fa nel testo del mondo”.