Culture

Ossi, al parco delle arti di Molineddu la presentazione della rivista Erbafoglio "Homeless"

Homeless

OSSI. Reading, musica e filmati: sabato 14 settembre al Parco delle arti di Molineddu verrà presentata la rivista di cultura poetica Erbafoglio n. 28  dedicata all'evento “Homeless”  (www.erbafoglio.it)

Sono 24 i poeti sardi e non che hanno contribuito alla costruzione dell’evento: Aldo Epicuro, Laura Stochino, Cataldo Dino Meo, Michele Licheri, Stefania Lai, Annachiara Atzei, Giulia Patta, Leo Luceri, Rachid Faggioli, Sandro Sardella, Ilaria Palomba, Antonello Zanda, Mario Pischedda, Arnaldo Pontis, Red Pepper Brown (RPB), Simona Carboni, Valeria Sanna, Paolo Battista, Roberto Belli, Stefano Giaccone, Giovanni Fancello, Marco Cinque, Alberto Lecca, Alessio Liberati. La rubrica “Evento collaterale” ospita due contributi di Carmine Mangone e Fabrizio Raccis. Sono 3 gli autori (Edoardo Mantega, Maria Teresa Rovitto e Stefania Marongiu), che grazie alla collaborazione di Mauro Tetti, hanno scritto 3 brevi racconti per lo spazio “Evento in prosa”. Centrale è lo spazio dedicato al poeta tuareg Hawad, personalità di spicco della poesia africana. La rubrica “Vox Populi”, dedicata ai poeti palestinesi, nativi americani e appartenenti ai popoli rom e sinti, è stata curata da Wasim Dahmash, Santino Spinelli e Marco Cinque. Lo spazio del fumetto poetico è stato curato da Giacomo Pitzalis, Luigi Porceddu e Laura Vacca. Il fotoromanzo d’archivio, una invenzione di questo numero, è firmato dal regista Matteo Incollu. Lo spazio delle recensioni, Punto critico, è stato curato da Roberto Serra, Fabrizio Raccis e Antonello Zanda.

La presentazione del numero 28 di Erbafoglio si svolge nel contesto della mostra degli artisti selezionati per il Premio Internazionale di Incisione Contemporanea, organizzato dal Museo DART - Casa Falconieri e aperto a tutti gli artisti senza limite di età e di nazionalità. Il Museo DART, ricavato negli spazi della Torre dell’acqua di Dolianova e presieduto da Gabriella Locci, vuole essere “un centro internazionale di riferimento per le arti incisorie, che realizzi mostre, simposi internazionali, laboratori di didattica e premi”. Il concorso bandito nel 2023 e intitolata a Enzo Di Martino, intende, dice il direttore artistico Dario Piludu, dare impulso all’incisione contemporanea, proiettandola nella direzione della sperimentazione e dell’innovazione tecnica e concettuale. Sono in mostra opere di Alessandra Angelini, Anna Berrino, Selene Bertagnini, Tiziano Boi, Sandro Brachitta, Silvia Braida, Elisabetta Diamanti, Magda Di Fraia, Ana DMatos, Umberto Giovannini, Alicja Habisiak-Matczak, Josè Hernandez Afonso, Salvatore Lovaglio, Stefano Luciano, Ximena Medina Sancho, Alice Patteri, Vito Polito, Marco Poma, Francois Pont, Georgina Reskala, Coral Revueltas Valle, Fabio Riaudo, Akimitsu Tamawake, Koichi Yamamoto.

Questo numero della nostra rivista Erbafoglio, il n. 28, Homeless, nasce dall’incontro della redazione con il progetto omonimo del gruppo “L’Ambulante”. La novità va cercata nella relazione tra evento e poeta. In questo numero, come punto di riferimento, non c’è solo un’area semantica di significati molteplici legati alla parola “Homeless”, ma anche i frame e le immagini “orfane” del cinema di famiglia dell’archivio Homeless, come punti di riferimento della ricerca poetica, della scrittura, della creatività.

Le immagini orfane che si trovano nel contesto del mondo cinematografico e fotografico, cioè le immagini che non sono collegabili a un autore, a un proprietario, a un soggetto identificabile all’interno dell’inquadratura, dei frame, sono immagini che hanno un qualcosa di “astratto”, perché hanno perso qualunque elemento di riconoscibilità legato al mondo umano. Non conoscere il nome dell’autore, di chi ha realizzato l’immagine, non riconoscere “chi è ritratto” o si nasconde dietro la cinepresa o la macchina fotografica, mette le immagini in una particolare condizione essenziale. Ancora di più lo sono se non è riconoscibile nemmeno il paesaggio, non consentendo di collocare geograficamente le immagini e ipotizzare un campo ristretto di ricerca per l’identificazione dei soggetti. In un certo senso sono da considerare “homeless” anche queste immagini che pur avendo una identità non l’hanno per noi, e sono sperdute, spaesate. Esse hanno bisogno, anzi sono predisposte, sensibili, a nuove “case”, nuovi sensi, cercano nel loro transitare anonimo una nuova linfa vitale che trasformi il loro carattere astratto in una significanza concreta.

Dal contesto collaborativo e creativo con L’Ambulante nasce anche l’idea del “Fotoromanzo d’Archivio”, ovvero adattare i frame del cosiddetto “cinema di famiglia” a una nuova storia, utilizzando il format classico del fotoromanzo. Per cui in questo numero compare il primo fotoromanzo d’archivio e siamo particolarmente felici di dare il battesimo poetico-visivo a questa idea.

L’ultimo elemento di novità è nella rubrica “Vox Populi. Estendendo ai popoli la condizione di homelessness, gli editori hanno ritenuto che i palestinesi, i nativi americani e i popoli rom e sinti, per le loro storie di sottrazione di terra e identità, per le storie di emarginazione e di repressione, potessero raccontare storie poetiche significative. Queste pagine sono frutto della collaborazione preziosa di Wasim Dahmash, Santino Spinelli e Marco Cinque.

Al poeta tuareg Hawad la rivista ha voluto riservare uno spazio speciale. Artista e poeta nomade ed homeless al tempo stesso, Hawad è cittadino del mondo e ha elaborato uno stile di scrittura originale e molto particolare che facciamo conoscere in questo numero.