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CAGLIARI. La Regione, alla fine, non ha dato entro la scadenza di ieri il via libera alla procedura di valutazione di impatto ambientale (ex post) per l'ampliamento della fabbrica delle bombe sarda, la Rwm di Domusnovas. Niente delibera in Giunta, perché, stando a quanto trapela, all'istruttoria mancherebbero ancora alcune valutazioni importanti. E "non si possono prendere decisioni di rilievo", commenta il deputato sardo dei 5S Mario Perantoni, "senza una completa valutazione di tutti gli aspetti del caso". Il ministro delle Imprese Adolfo Urso intanto ieri sera ha annunciato che ora interverrà il governo.
E arrivano le prime sfuriate da parte di chi si aspettava, al contrario, che la presidente della Regione Alessandra Todde desse parere positivo. "Grave e incomprensibile inadempimento", è l'attacco di Confindustria Sardegna Meridionale e di Confindustria Sardegna, "su un investimento già realizzato e autorizzato. Non decidendo si viola la certezza del diritto di fare impresa nell’isola".
Secondo Confindustria "la mancata assunzione di una decisione della Giunta regionale", si legge in una nota, "che era tra l’altro una presa d’atto su una rigorosa procedura di Valutazione durata oltre 30 mesi, costituisce un fatto gravissimo sotto il profilo istituzionale e amministrativo. Non rispettare un procedimento amministrativo, con un termine imposto anche dal TAR, significa esporre deliberatamente la Regione al commissariamento e scaricare sulle imprese, sui lavoratori e sui territori il prezzo di una paralisi decisionale che non è più tollerabile". L'accusa alla Regione è quella di venire percepita ancora una volta come "incapace di garantire certezze, tempi e affidabilità per chi vuole investire e fare impresa". "Questo fatto", è l'attacco, "rischia di essere l’ulteriore evidenza che fare impresa in Sardegna è impossibile".
"Siamo di fronte a un segnale estremamente preoccupante per tutte le imprese sarde – afferma il presidente di Confindustria Sardegna Meridionale, Antonello Argiolas – Una Regione che, non rispettando i termini fissati da procedimenti amministrativi già conclusi e rinunciando a decidere, trasmette un messaggio di inaffidabilità. In questo modo si mettono a rischio posti di lavoro, investimenti e la tenuta stessa del tessuto produttivo".
Sulla stessa linea il presidente di Confindustria Sardegna, Maurizio de Pascale: "Non assumere una decisione, soprattutto quando doveva essere una mera presa d’atto su procedure già concluse e investimenti già realizzati e autorizzati, equivale a sottrarsi alle proprie responsabilità rifugiandosi nell’inerzia amministrativa. La Regione deve governare i processi, non subirli. L’incertezza amministrativa è il peggior nemico dello sviluppo economico e oggi a pagarne il prezzo rischia di essere l’intera Sardegna".










