CAGLIARI. È ancora disperso Paolo Durzu, il fidanzato di Manola Mascia, la giovane di 28 anni trovata morta ieri in mare a Cala Fighera. Oggi sono ripartite le ricerche del trentaduenne, ma di lui finora sono stati rintracciati solo il borsello con i documenti e uno zaino. E le condizioni del mare stanno complicando il lavoro dei mezzi sul posto.
I cellulari di entrambi risultano staccati da martedì sera, giorno degli ultimi contatti con i familiari. Ed è proprio dal telefono di lui (trovato ieri assieme ai documenti) che potrebbe emergere qualche dettaglio in più su cosa sia realmente accaduto ai due giovani. "Si amavano, erano sempre insieme", dicono i genitori di Durzu.
La ricostruzione. Paolo Durzu, 32 anni, e Manola Mascia, 28, sono fidanzati da circa un anno e mezzo. Martedì sono usciti insieme: dovevano pranzare fuori casa. Questa è l'unica certezza, emersa dai racconti dei familiari di Durzu, che hanno sentito il ragazzo, via messaggi, la mattina del 18 marzo. Arriva la sera e quindi il buio, ma i due non tornano a casa. Tanto che la madre di lui gli manda un altro messaggio: "Rientri a cena?". Non arriverà nessuna risposta.
Intorno alle 22.30 sono i genitori di Manola Mascia ad allarmarsi: si sarebbero presentati a casa dei genitori di Durzu per chiedere se la figlia si trovasse lì. Lei però non c'è. E nemmeno lui. Iniziano le chiamate: quello del trentaduenne non squilla, neanche il cellulare di lei. Sono entrambi spenti. Quella notte la prima segnalazione di scomparsa alle forze dell'ordine. Si attende ancora nella speranza che i due facciano rientro a casa e che abbiano solo i telefoni scarichi. La mattina seguente, il 19 marzo, il ritrovamento di un cadavere a Cala Fighera spezza ogni dubbio: il corpo è quello della ventottenne.
Le ipotesi. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile di Cagliari, al lavoro per ricostruire l'intera vicenda e gli ultimi spostamenti della coppia. La prima ipotesi spuntata è quella di una caduta accidentale, di entrambi: la ragazza, stando al primo esame effettuato dal medico legale Roberto Demontis, non avrebbe segni di violenza sul corpo. Le ferite sarebbero compatibili con quelle di una caduta dalla scogliera. Non sarebbe la prima tragedia a Cala Fighera: due anni fa morì nello stesso punto una trentanovenne, scivolata mentre faceva un'escursione. Ma i dubbi restano, perché il ragazzo che era con lei invece non è stato trovato. Solo i suoi documenti (borsello e anche cellulare) danno la prova che lui fosse lì, insieme a Mascia. Quindi: è precipitato anche lui? Si è tuffato in mare per cercare di salvarla dopo che lei è caduta? Come mai però il corpo di lei è stato trovato subito e del suo invece non c'è traccia? Quest'ultima è la domanda che si è posto l'unico residente della zona, che ha anche confermato che quella sera non c'erano auto parcheggiate intorno. I due potrebbero essere arrivati in bus e poi aver raggiunto Cala Fighera a piedi.
Questa mattina gli investigatori hanno trovato anche un cappotto nero, che potrebbe appartenere alla vittima. Nelle prossime ore dovrebbero essere effettuati ulteriori accertamenti sul corpo della ragazza.