SARROCH. “Non è un mondo del lavoro accettabile quello in cui una persona esce la mattina per andare a lavorare e non rientra più a casa”. Così i segretari Cgil, Fiom e Filctem regionali Samuele Piddiu, Roberto Forresu e Francesco Garau, dopo la morte avvenuta ieri dell'operaio che lavorava nello stabilimento di Sarroch.
Si chiamava Stefano Nonnis, era un lavoratore di 42 anni di Santadi di una ditta esterna della Saras. È precipitato in mare da un pontile ed è morto.
Oggi i sindacati sono in assemblea e sciopero negli appalti metalmeccanici dalle otto e mezza.
Auspicano venga fatta chiarezza e individuate al più presto le responsabilità sull’incidente sul lavoro nel pontile Saras, dove ha perso la vita il lavoratore metalmeccanico precario in una ditta d’appalto che operava dentro lo stabilimento.
Nell’esprimere il cordoglio e la vicinanza di tutto il sindacato alla famiglia del lavoratore, i segretari Cgil, Fiom e Filctem hanno detto che “non è più rinviabile quel patto fra istituzioni, imprese e sindacati chiesto a più riprese dalle organizzazioni dei lavoratori per fermare le stragi sul lavoro”.
Per il sindacato sono indispensabili interventi e azioni più efficaci, a partire da un potenziamento del sistema di prevenzione e formazione fino al monitoraggio e controllo costante - anche con il rafforzamento degli organici - degli enti preposti a vigilare sul rispetto di regole, norme e prescrizioni, magari anche ragionando sull'introduzione di un sistema valutativo delle imprese che premi quelle virtuose e persegua quelle carenti, magari con penalizzazioni nell’accesso agli appalti pubblici e privati.
“La Cgil e le sue categorie dell’industria - hanno concluso i segretari - sono impegnate costantemente nella formazione dei
delegati sulla sicurezza, così dovrebbero fare tutte le imprese, sopratutto quelle degli appalti, così che la prevenzione possa davvero diventare per tutti una priorità”.
Intanto la Procura di Cagliari ha aperto un'inchiesta e si indaga per omicidio colposo. Diversi i messaggi di cordoglio sui social da parte di amici, familiari e conoscenti.
"Fratellino mio, ne sono certo: mi sveglierò presto da questo incubo e ci faremo una risata. Perché altrimenti una parte di me sarebbe morta con te. Niente sarà più come prima", scrive il fratello Cristian.