VILLANOVAFORRU. Non è stata studiata a fondo, quando si era deciso di effettuare un intervento di restauro ci si dovette fermare a metà perché i fondi non erano sufficienti, è rimasto chiuso per anni ai visitatori e adesso ecco il risultato: il complesso nuragico di Pinn'e Maiolu a Villanovaforru è crollato. A dare l'annuncio è il sindaco del centro della Marmilla, Maurizio Onnis, dal sito istituzionale del Comune.
"Ci spiace comunicare che l’insediamento nuragico di Pinn’e Maiolu (Villanovaforru) è stato in questi giorni interessato da un drastico crollo", spiega il primo cittadino, "A causa delle forti piogge delle ultime settimane, si è disgregata infatti l’ala destra di quella che è stata riconosciuta come la facciata semicircolare, unica nel suo genere in Sardegna, di un tempio a pozzo. L’insediamento è stato oggetto di varie indagini archeologiche, dai primi anni Ottanta agli anni Duemila, che hanno rivelato frequentazione intensa fino all’età punica. Il monumento interessato dal crollo era stato sottoposto a un intervento di restauro parziale poco dopo la metà degli anni Novanta. Sull’ala destra, all’epoca, non si poté intervenire per mancanza di fondi e si provvide a un puntellamento delle murature, che presentavano già segni di cedimento. L’area archeologica di Pinn’e Maiolu, solo parzialmente indagata e non in sicurezza, è chiusa al pubblico e non visitabile da molti anni". Incuria, certo. Ma a chi è imputabile? Onnis non punta il dito contro qualcuno. Sa però che "è inutile ricordare che la buona volontà delle amministrazioni locali e del personale impegnato ogni giorno nella cura a valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale sardo non è sufficiente a tutelare questo stesso patrimonio, per il quale servirebbero enormi risorse finanziarie. È auspicabile che quanto avvenuto a Villanovaforru negli ultimi giorni aiuti a intavolare un dibattito sensato proprio su tale tema".