Foto Università di Sassari
Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
CAGLIARI. “Criteri di selezione ingiusti che minano il diritto allo studio: noi ci opponiamo alle nuove misure imposte dal ministero con linee guida estremamente restrittive”. Il primo appello degli esami del semestre-filtro per gli aspiranti medici (più di mille) che ieri hanno riempito la Fiera di Cagliari porta con sé una scia piuttosto lunga di polemiche. A farsi portavoce della protesta nel capoluogo sardo è Unicaralis che, seguendo i presidi organizzati in diverse città dall’Unione degli universitari, si è presentata con alcuni suoi rappresentanti nel piazzale Marco Polo per raccontare agli studenti del ricorso predisposto contro questa nuova modalità di selezione per gli accessi a Medicina e Chirurgia, diventata tutto fuorché una facoltà “a numero aperto”.
Ieri, 20 novembre, gli iscritti al corso di laurea che aspirano a restare a tutti gli effetti studenti di medicina hanno sostenuto gli esami di chimica, fisica e biologia: 45 minuti a prova e appena un quarto d’ora di pausa tra una e l’altra. Hanno una seconda chance: quella del secondo appello che si terrà il 10 dicembre. Degli oltre mille aspiranti camici bianchi però solo 304 potranno accedere al secondo semestre a Cagliari.
E intanto le polemiche si moltiplicano: non solo tra chi, come le associazioni universitarie, denuncia un sistema “sbagliato” e che genera ancora più ansia e stress, ma anche tra gli stessi studenti che hanno appena tentato il primo appello degli esami e che sperano di riuscire ad essere tra i pochi a entrare. Sui social sono finite - prima della fine delle prove, pare - le foto con i fogli contenenti le domande degli esami. Alcuni hanno denunciato anche presunte irregolarità (suggerimenti e aiuti vari) nel corso delle prove.














