CAGLIARI. “La Sardegna continua a pagare un prezzo troppo alto in termini di disoccupazione, precarietà e divari territoriali. O si cambia rotta, o l’isola rischia di restare indietro per un’intera generazione. La priorità assoluta è una: lavoro stabile e dignitoso per tutti. La politica la smetta con gli slogan e apra un confronto vero con chi rappresenta il lavoro.” È questo il messaggio della Cisl Sardegna all’indomani del Congresso regionale.
Il segretario generale della Cisl Sardegna, Pier Luigi Ledda, sottolinea: “Noi lo diciamo da anni: non basta lavorare per uscire dalla povertà. In Sardegna troppe persone hanno un impiego ma non riescono a vivere con dignità. Questo è inaccettabile.” A sostegno della denuncia arrivano i numeri. L’occupazione generale nell’isola si attesta al 55%, con l’occupazione femminile ferma al 44% e una disoccupazione giovanile che supera il 31%. Il reddito medio da lavoro è di circa 19.200 euro lordi annui, nettamente inferiore alla media nazionale di 22.500 euro. La povertà relativa colpisce il 22% delle famiglie e oltre 40.000 lavoratori pubblici attendono il rinnovo del contratto nei settori di sanità, enti locali e scuola.
Ledda denuncia il mancato rinnovo dei contratti come segnale di disinteresse da parte delle istituzioni e ribadisce l’urgenza di misure per tutelare salari e pensioni erosi dall’inflazione. A preoccupare è anche l’esclusione di giovani e donne dal mercato del lavoro, con un tasso di Neet superiore al 21% e un’alta incidenza del lavoro di cura e della precarietà femminile.
Per la Cisl è indispensabile rafforzare le politiche attive del lavoro attraverso il potenziamento dei Centri per l’Impiego, l’integrazione tra formazione e mercato del lavoro, e investimenti negli ITS come strumenti per connettere giovani e imprese.
“Siamo favorevoli alla transizione ecologica – afferma Ledda – ma dev’essere giusta, condivisa e generare occupazione. Basta impianti imposti dall’alto e progetti che arricchiscono pochi senza ricadute locali.”
Resta infine centrale il tema della sicurezza sul lavoro: nel 2024, in Sardegna, sono state registrate 27 denunce di infortunio mortale. “Ogni morto sul lavoro è una sconfitta per tutti. Abbiamo chiesto e ottenuto il Protocollo di Buggerru. Ora va attuato, senza alibi.”
La Cisl rilancia il Patto per lo Sviluppo e il Lavoro – Agenda Sardegna, che mira a unire occupazione, sanità, transizione ecologica, industria, agricoltura, infrastrutture, formazione e utilizzo efficace dei fondi europei. “La Sardegna ha tutto per essere protagonista – conclude Ledda – ma serve una politica che ascolti il lavoro e scelga con coraggio. Noi ci siamo. E se non arriveranno risposte, ci faremo sentire. Con determinazione e unità.”
Secondo la Cisl, il lavoro deve tornare al centro delle scelte politiche. “Non vogliamo scontri, ma non accetteremo più il silenzio. Se le risposte non arriveranno, saremo pronti a mobilitarci. Insieme a chi lavora, a chi studia, a chi tiene viva la Sardegna ogni giorno.”