ASSEMINI. In gergo si potrebbe chiamare "road rage", rabbia di strada, quel comportamento aggressivo che interessa i guidatori: imprecazioni, insulti, minacce verbali e atti fisici. L'ultimo episodio è avvenuto sulla statale 130, all'altezza di Assemini. "Peccato che io fossi la vittima di quel comportamento e alla fine sono stato arrestato io e chi mi ha difeso". Così si racconta Daniele Ena, uno dei protagonisti della vicenda.
L'episodio, avvenuto giovedì, era stato riportato dall'Unione Sarda in un lungo articolo. Secondo le ricostruzioni fornite dal quotidiano, un 41enne a bordo di un'Audi, dopo un sorpasso, era stato affiancato e raggiunto da una Volswagen Golf. Gli uomini all'interno, una volta scesi avrebbero raggiunto il 41enne e, dopo averlo colpito, lo avrebbero lasciato per strada rubandogli l'auto, poi ritrovata in seguito con le chiavi al suo interno. I tre erano stati riconosciuti e arrestati. "La ricostruzione è falsata", spiega però Daniele Ena, che guidava la Golf nera e che ora si trova agli arresti domiciliari. "Ora vi racconto la mia versione".
"Tutto inizia sulla statale 130, direzione Decimoputzu-Assemini, Io stavo guidando. Ad un certo punto, nel tratto di Decimomannu, tra la prima e la seconda entrata, è arrivata ad altissima velocità un'Audi. Il guidatore era una persona alquanto nervosa da come suonava il clacson e abbagliava. Io stavo caminando tranquillo, a circa 70 km orari, era pieno di traffico quindi non potevo spostarmi nè a destra e nè a sinistra. Poi ha trovato un buco libero e mi ha sorpassato a destra bloccandomi la strada sia a me che a tutti quelli che stavano in strada. E' sceso dalla macchina, minaccioso. Io ho abbassato il finestrino della mia Golf e lui ha proceduto a umiliarmi, con diversi insulti. Poi mi ha sferrato un pugno ed è scappato nuovamente in macchina".
A questo punto arriviamo nel territorio asseminese, perché Ena lo ha seguito. "Al primo semaforo di Assemini siamo scesi dalle nostre macchine e ci siamo azzuffati. Io e lui. Lui aveva il cellulare e mi filmava nel mentre che ci azzuffavamo. Per farcapire meglio aggiungo che io sono alto un metro e 54 centimetri, lui era molto più alto. Mi ha strappato i vestiti dalla forza che aveva. Unodeimiei amici è sceso ad aiutarmi vista la situazione. A un certo punto mi sono trovato buttato a terra dallo spintone che mi ha dato". Secondo il racconto di Ena a questo punto l'Audi e il guidatore si sono dileguate. "Abbiamo provato a seguirlo ancora, ma poi abbiamo trovato l'Audi vuota. Di lui non c'era traccia. Abbiamo chiamato il 112 e dopo aver fornito tutti i dettagli abbiamo aspettato".
Una volta arrivati sul posto, i carabinieri avrebbero perquisito la Golf e i tre uomini. "Poi ci hanno portato in caserma a Cagliari, in via Nuoro. Ci hanno fatto sedere tutti in uffici separati ci hanno chiesto la versione più di 10 volte lasciandoci senza mangiare e bere dalle 18 del giovedì sera fino alle 5 del mattino di venerdì 20". Infine l'arresto: "Ci hanno portato in carcere a Uta in arresto per accusa di rapina e pestaggio contro questo signore. Nessuno di noi si è appropriato di qualsiasi cosa del signore dell'Audi, anzi se andiamo a vedere il signore mi ha strappato un orecchino. Non mi hanno fatto esporre la denuncia contro il signore. Dopo aver passato venerdì 20 e sabato 21 in carcere siamo stati interrogati in videoconferenza dal magistrato e poco dopo siamo stati scarcerati. A me, Ena Daniele, hanno dato gli arresti domiciliari e obbligo di dimora per gli altri due".
Ora si dovrà attendere il processo. "Non è chiaro cosa sia successo, e stanno valutando", dice Ena. "Siamo stati trattati da vermi solo perché io ho avuto un passato movimentato, ma tengo a precisare che ciò che dovevo io l'ho già pagato. Fino a giovedì ero un uomo libero".