CAGLIARI. "Un'anima fragile ma forte, dolce e generosa, che ha trovato la forza di donare vita anche nel momento più buio. Credevi che il tempo non finisse mai, nelle nuove vite, nel ritorno del tempo, e ora vivi nei cuori di chi ha ricevuto il tuo dono". Così la sorella del del 27enne che a fine novembre aveva tentato di suicidarsi nel carcere di Uta. Troppo gravi i danni riportati, era morto in ospedale poco dopo (QUI LA NOTIZIA). Il 27enne aveva già dichiarato di voler donare gli organi, e così è stato: 4 le persone salvate grazie ai trapianti.
"Hai donato nuova vita a chi ne aveva bisogno", aggiunge la sorella. "Ti ricorderò sempre per il tuo sorriso dolce, il tuo spirito libero, il tuo amore e le tue passioni. La tua storia non finisce qui, vive nei nostri cuori e nelle vite di chi hai salvato. Mio Fratello già anni fa' aveva deciso di donare i suoi organi. Ha donato il suo cuore a una ragazza di 19 anni affetta da cardiomiopatia, il fegato è stato donato ad un uomo di 68 anni affetto da grave epatopatia, il rene destro ad una donna di 44 anni affetta da insufficienza renale ed il pancreas e il rene sinistro sono stati donati ad uomo di 47 anni affetto da una grave forma di diabete".
Irene Testa, a proposito di questo caso, aveva anche scritto al ministro della Giustizia Carlo Nordio, definendo le morti nelle strutture penitenziarie "un fallimento dello stato".