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CAGLIARI. I poveri che fanno ricorso ai servizi di Caritas nel Cagliaritano sono sempre di più. Nel corso del 2024, secondo il report, i contatti avuti dai vari servizi della Caritas "sono stati superiori a 180mila (+20mila rispetto al 2023): solo il servizio mensa ha erogato 121.084 pasti da ottobre 2023 a settembre 2024, con una media giornaliera di 192 pasti".
È quanto emerso oggi nel palazzo del Consiglio regionale durante la presentazione del XIV Dossier 2024 della Caritas diocesana di Cagliari “Un Giubileo di speranza e carità. Oltre la povertà, giustizia e pace”.
Le mense di Settimo San Pietro, Sinnai e Maracalagonis hanno erogato complessivamente 34.740 pasti, ma ci sono anche altre mense per i poveri, tra cui quelle delle suore di Madre Teresa di Calcutta, delle suore del Buon Pastore e quelle localizzate a Quartu Sant’Elena ed Elmas, ma non solo.
Il centro diocesano di assistenza ha distribuito più di 13mila pacchi; il Centro d’ascolto Kepos, che si occupa di migranti, ha avuto 1.489 contatti mentre 1.511 sono state le visite mediche dello Studio medico polispecialistico, con oltre 100 bambini visitati. A questi vanno aggiunti tutti i contatti degli altri servizi, che sono più di 50. Fortunatamente, vi sono anche altre realtà diocesane di volontariato che offrono i loro servizi ai poveri. Tutto ciò dà l’idea delle difficoltà presenti nel territorio diocesano, ma anche della solidarietà e dell’impegno di tantissimi volontari, al servizio delle persone più fragili.
“Il 2025 sarà l’anno delle politiche rivolte ai giovani, ai fragili e alle persone in difficoltà", ha detto il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, "Il Consiglio regionale è però consapevole che non bastano solo le risorse economiche, è necessario mettere in campo anche le risorse umane per realizzare un’infrastruttura sociale capace, non solo di affrontare le emergenze, ma di creare una nuova mentalità più aperta, più sensibile, più solidale”.
È aumentata, come valore assoluto, la presenza delle donne rispetto agli uomini. Molto marcato è il calo dei coniugati: oltre 10 punti percentuali. Preoccupante è la situazione degli uomini che evidenziano maggiori problemi legati ai rapporti di tipo familiare: spesso sono soli, disoccupati e con problemi legati all’abitazione. Tutti gli indicatori citati sono in crescita. Crescono le fasce estreme. Il numero degli anziani, attualmente, è attestato al 13,3% (era appena il 7,6 % nel 2018). La gran parte dei richiedenti è italiano, o meglio sardo. Tra le nazionalità si registra una crescita soprattutto di migranti provenienti dalla Bosnia Erzegovina. Tra gli stranieri è in forte aumento il numero dei senza dimora. Crescono, seppure leggermente, i divorziati (soprattutto dalla parte delle donne). Coloro che dispongono di un titolo di studio superiore rappresentano quasi un quarto del totale. In aumento soprattutto le donne istruite. Il 25 per cento dei richiedenti dispone di un reddito evidentemente insufficiente per sostenere la famiglia.
“La povertà in Sardegna è in continua crescita – ha detto Comandini – ben oltre la media nazionale. È il momento di trasformare i numeri in azioni. Basta voltarsi dall’altra parte, ognuno di noi deve essere protagonista della solidarietà”.