CAGLIARI. “La bassa natalità e lo spopolamento ci portano, ancora una volta, a dover affrontare la questione gravosa del dimensionamento scolastico”, ha dichiarato il sindaco di Cagliari e della Città Metropolitana, Massimo Zedda, aprendo questa mattina, venerdì 6 dicembre 2024, la conferenza di concertazione preliminare sul dimensionamento che ha riunito i sindaci dei comuni metropolitani, le istituzioni regionali e provinciali competenti in materia di Pubblica istruzione, i dirigenti scolastici di ogni ordine e grado con scuole aventi sede nell’area vasta e i rappresentanti sindacali.
Nella sede del Consiglio metropolitano, in via Giudice Guglielmo, a Cagliari, il sindaco Zedda e l’assessora alla Pubblica istruzione, sostegno allo studio e alla conoscenza del Comune di Cagliari, Giulia Andreozzi, hanno presentato la proposta di Piano dell’offerta formativa e di dimensionamento della rete delle istituzioni scolastiche per l'anno 2025/2026, riguardante i Comuni che rientrano nel complesso della Città Metropolitana.
Il Comune di Cagliari, in accordo con quanto stabilito nelle linee guida delineate dalla Regione alla luce delle disposizioni nazionali, si fa carico della scelta e propone la costituzione di due nuovi istituti comprensivi: il primo, frutto di un accorpamento tra la scuola secondaria di primo grado “Ugo Foscolo” e l’Istituto comprensivo di via Stoccolma, con sede ufficiale nella scuola “Ugo Foscolo” di viale Marconi, che conterà poco più di 1.100 alunni; e il secondo, con poco meno di 900 alunni e con sede nella scuola primaria di via Castiglione, nato dall’unione della Direzione didattica statale “XVII circolo” (che cede la primaria di via Machiavelli) con la scuola sita in via Talete, originariamente parte integrante delle medie “Ugo Foscolo”. Spariscono anche le infanzie di via Salvator Rosa e di via Fermi, in ragione del numero di iscritti notevolmente al di sotto dei parametri indicati e della vicinanza di questi plessi con altre scuole dell’infanzia statali.
“Come Comune di Cagliari ci siamo fatti carico del dimensionamento, perché in base ai numeri avremmo dovuto operare una scelta diversa, che sarebbe andata a toccare realtà più sofferenti rispetto al capoluogo, ma se vogliamo essere il punto di riferimento della Città Metropolitana allora dobbiamo assumerci questa incombenza e anche le relative responsabilità. Auspichiamo che si arrivi quanto prima a una legge regionale sarda sull’istruzione che prenda in considerazione le peculiarità della nostra isola per costruire una scuola di qualità e migliorare le politiche sull’istruzione”, ha concluso il sindaco”, ha concluso il sindaco Zedda.
L’assessora Andreozzi ha invece illustrato le ragioni che hanno spinto l’Amministrazione a far ricadere il Piano di dimensionamento su Cagliari, per cui la Giunta comunale aveva già deliberato ieri, e che verrà votata lunedì prossimo dal Consiglio metropolitano, il massimo organo di indirizzo politico della Città Metropolitana, per essere poi inviata alla Regione, incaricata di adottare il Piano.
“Sarebbe stato più comodo delegare questa scelta ad altri, come spesso è stato fatto in passato, ma bisogna avere il coraggio di prendere anche decisioni difficili e dolorose come sono quelle che riguardano il taglio delle autonomie scolastiche”, ha dichiarato Andreozzi. “Questa è per noi una scelta obbligata, per quanto ragionata e discussa con i dirigenti. Tuttavia, accorpare autonomie fuori da Cagliari, variamente dislocate nel territorio, sarebbe stato decisamente più gravoso, anche solo dal punto di vista logistico”, ha proseguito l’assessora alla Pubblica istruzione, sostegno allo studio e alla conoscenza .
“I criteri regionali imponevano di razionalizzare il primo ciclo di studi – aggiunge Andreozzi - che è di competenza comunale, di intervenire prima di tutto sulle direzioni didattiche e sulle scuole secondarie di primo grado, e sugli istituti comprensivi di poco superiori alle 500 unità. Non si possono però riorganizzare le reti scolastiche pensando solo di far quadrare i numeri, pertanto la scelta fatta è per noi la migliore praticabile in quanto la diversità numerica tra i due istituti comprensivi è dovuta al fatto che è stato analizzato il contesto sociale in cui sono ubicati i singoli plessi, in modo tale da garantire la crescita e il benessere delle comunità scolastiche”.