CAGLIARI. "Le recenti valutazioni dell'Agenas rivelano un quadro allarmante sulle condizioni degli ospedali italiani, specialmente in Sardegna, che ora risulta la regione con maggiori criticità”. È il commento di Foad Aodi, Presidente dell’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), dell’Unione Medica Euromediterranea (Umem), e del Movimento Internazionale Uniti per Unire sul quadro delineato dagli analisti di Agenas, che hanno presentato ieri a Roma i risultati dell’Edizione 2024 del Programma nazionale esiti (Pne).
"Pur avendo recuperato i numeri pre-Covid, il sistema sanitario di casa nostra", dice Aodi, "soffre di gravi disparità territoriali e carenze che colpiscono soprattutto i cittadini più vulnerabili". "Questi dati richiamano l'urgenza di agire su due fronti chiave: la valorizzazione economica dei professionisti della sanità e la battaglia contro la discriminazione. Solo rafforzando questi pilastri potremo dare alla sanità pubblica italiana la stabilità necessaria e fermare l’esodo crescente dei professionisti all’estero, un fenomeno che si traduce in una preoccupante perdita di competenze ed esperienze fondamentali".
La Sardegna infatti è stata - in linea generale - bocciata dalle "pagelle" di Agenas. Per fare qualche esempio: l'Isola - per quanto riguarda la mortalità a 30 giorni da un intervento di Bypass aorto-coronarici isolati - è da allarme rosso. Nel 2023 si supera la soglia del 4%.
Maglia nera poi al Santissima Annunziata di Sassari, tra le 14 strutture con volumi superiori ai 100 casi trattati in un anno che non riescono ad assicurare la Ptca -angioplastica coronarica - entro i 90 minuti dal primo accesso.
L'Isola nel 2023 è anche la regione peggiore per i Lea, i livelli essenziali di assistenza, posizione che fino all'anno precedente era ricoperta dalla Calabria.