CAGLIARI. "I numeri sulla crescita esponenziale dei casi di lingua blu in Sardegna, da giugno a oggi, sono oggettivi e non lasciano spazio a troppe interpretazioni". Così Coldiretti Sardegna sulla malattia che sta mettendo in ginocchio gli allevatori sardi. I dati confermano un’escalation preoccupante della progressione della Blu Tongue che in sole due settimane ha raddoppiato il numero dei capi morti (+50% con un trend di quasi 1.000 capi morti al giorno) e una velocità di diffusione e violenza della malattia in Sardegna che fa rievocare la drammatica situazione degli anni 2000.
"Oggi la situazione", commenta Coldiretti, "ha assunto proporzioni così vaste da mettere in ginocchio tantissime aziende di allevamento in Sardegna, comprese quelle bovine che continuano a scontare i gravi problemi sulle movimentazioni. Nonostante lo sblocco dei vaccini per alcuni sierotipi come l'8, oltretutto in grave ritardo, continua a essere farraginosa, infatti, la macchia burocratica di distribuzione che sta continuando a rallentare l'attività delle aziende di settore costrette a subire ulteriori danni collaterali".
Una evoluzione dell’epidemia - sottolinea ancora Coldiretti Sardegna - certificata dagli stessi numeri che hanno evidenziato il passaggio dai 1.000 capi morti registrati il 28 agosto scorso (fonte Osservatorio epidemiologico veterinario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna) agli attuali 40 mila (fonti Asl). Numeri difficilmente interpretabili e altrettanto preoccupanti, considerato anche che con il perdurare delle alte temperature e la continua circolazione degli insetti vettori, l’emergenza è ben lontana dal termine. Una situazione che - aggiunge Coldiretti - porta a confermare quelli che alcuni definiscono “allarmismi” lanciati non solo dalle associazioni agricole ma, anche, delle stesse Asl (come quella di Oristano) che a fine settembre sottolineava come il trend di crescita in tutta la regione portasse a “parlare di una delle diffusioni peggiori del virus della blu tongue negli ultimi vent’anni”.
E a fare le spese di questa situazione e dei ritardi negli interventi richiesti da Coldiretti già a inizio anno, alla fine, sono purtroppo gli allevatori sardi alle prese con un aumento vertiginoso dei capi morti e dei contagi. In questi mesi, infatti, la progressione della malattia è stata evidenziata dagli stessi bollettini dell’Istituto Zooprofilattico che registrava a inizio settembre un migliaio di focolai con un aumento di oltre 400 in soli 5 giorni. Focolai passati, sempre secondo Izs, a circa 3 mila a fine settembre con oltre 20 mila capi morti e più di 100 mila animali infetti. "Numeri ancora sottostimati sulle morti", attacca Coldiretti, "che secondo fonti Asl sono arrivate in questi giorni a 40 mila. Boom di morti in pochi giorni che lasciano pensare a una situazione critica. Alla luce di questo andamento da parte di Coldiretti Sardegna resta la domanda: A quando la reale istituzione della Task Force?".
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