CAGLIARI. Questa mattina, nella scuola dell'istituto comprensivo di Nuoro Maccioni Deledda, fiori e lettere hanno riempito quel banco vuoto su cui Francesco, 10 anni, non potrà mai più sedersi. "Sgomenti, con il cuore a pezzi. Francesco, amore nostro", scrive la preside della scuola, Graziella Monni, sui social. È lui il più piccolo dello sterminio familiare compiuto da Roberto Gleboni, l'operaio forestale di 52 anni che ieri, alle 7 del mattino, ha sparato contro moglie e figli, uccidendo anche il vicino di casa incontrato per caso sul pianerottolo. Unico sopravvissuto alla strage il figlio quattordicenne, che è fuori pericolo e ora dovrà convivere con il dolore di una tragedia inspiegabile.
All'università di Sassari la notizia della morte di Martina Gleboni, la figlia maggiore uccisa dal padre, è arrivata come un fulmine a ciel sereno, lasciando sconvolti il rettore e tutta la comunità dell'ateneo. Dopo la laurea triennale in Scienze dei Servizi giuridici conseguita nel 2022, Martina aveva deciso di proseguire gli studi ed era attualmente iscritta al corso di laurea magistrale in Giurisprudenza. Nella sua tesi di laurea, la dedica rivolta alla mamma e al papà: "L'amore più grande della mia vita".
Il caso ha voluto che Paolo Sanna, vicino di casa della famiglia Gleboni, si trovasse sul pianerottolo di casa appena terminata la furia omicida dell'operaio forestale. Freddato con un colpo di pistola, è morto anche lui. Sanna faceva parte del Complesso vocale di Nuoro, che oggi lo ricorda con un lungo e commovente messaggio: "Oggi è Giovedì Paolo e tu non ci sei più perché il Destino, quello più assurdo, terribile e sconosciuto che ti è stato riservato, ti ha bruscamente strappato alla vita, alle tue splendide, amate donne, al tuo gatto, ai tuoi acquerelli, alle tue tante passioni, al tuo coro. Siamo andati in sede anche ieri, Paolo carissimo. Non abbiamo cantato, ma siamo stati insieme, ci siamo abbracciati, abbiamo pianto, siamo rimasti in silenzio; non sapevamo cosa fare. La tua sedia rimarrà vuota , i nostri cuori ammaccati e gonfi di un inguaribile, prepotente dolore perché non comprendiamo il perché di questa brutale violenza gratuita che si è abbattuta anche su di te, sulla tua persona buona, gentile, elegante e raffinata come la tua voce, i tuoi disegni, il tuo modo di essere, la tua ironia, il tuo sorriso. Il pensiero va alla tua compagna di vita Valentina, alla tua amata sorella Anna, alle splendide Silvia e Rossella, le figlie che hanno ereditato da te e Valentina la grazia, l'eleganza e la bontà di cui siete ricchi. Non ti dimenticheremo mai, Paolo. Come potremmo? I nostri cuori e le nostre orecchie ti sentiranno sempre cantare o raccontarci qualcosa che ci farà ridere".
Intanto la vita di Roberto Gleboni viene passata al setaccio. Sotto la lente degli investigatori in particolare i cellulari, ma anche le testimonianze delle persone più vicine alla famiglia, che potrebbero aver notato qualcosa di diverso nel comportamento dell'uomo, prima della strage.
- Marzia Diana
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