CAGLIARI. Una proposta di legge contro la speculazione energetica in Sardegna. Si chiama “Pratobello24” e sono sempre di più i sardi che sostengono l'iniziativa contro l’assalto eolico in corso ai danni dell'Isola.
Si punta ad arrivare a diecimila firme entro il 16 settembre.
L’iniziativa sfrutta l'articolo 3 dello Statuto sardo sull'Urbanistica e sul Paesaggio per rivendicare alla Regione la competenza primaria in materia. Se si raggiungono le adesioni necessarie la Legge di Pratobello potrà essere discussa ed eventualmente approvata in Consiglio regionale. Sono diversi i Comuni della Sardegna che stanno mettendo a disposizione i loro uffici per la raccolta delle firme.
La proposta sarebbe stata individuata da un gruppo di sindaci, primo fra tutti il primo cittadino di Orgosolo Pasquale Mereu.
E anche Caminera Noa, movimento per l’autodeterminazione del popolo sardo, "si oppone con forza all’ennesimo tentativo di colonizzazione ai danni della nostra terra: la speculazione energetica", scrivono su una nota.
"Le multinazionali dell’energia e le linee politiche portate avanti dai governi italiani succedutisi negli ultimi quattro anni stanno cercando di trasformare la Sardegna in una gigantesca fabbrica di energia, senza alcun rispetto per il nostro popolo, la nostra cultura, il nostro patrimonio archeologico e ambientale", fanno sapere ancora parlando di "una speculazione colossale".
"Quello a cui stiamo assistendo è una gigantesca operazione coloniale che rischia di compromettere per sempre l’ambiente e l’ecosistema della Sardegna. Le multinazionali hanno presentato richieste per installare impianti eolici e fotovoltaici ovunque: su colline, montagne, nel mare, e persino nelle vicinanze di siti archeologici di inestimabile valore, come Su Nuraxi a Barumini. Questi progetti invadono senza scrupoli tratti di costa sensibili dal punto di vista ambientale ed economico, ignorando qualsiasi vincolo paesaggistico e culturale", denunciano.
"40.000 ettari di terreni agricoli e spazi verdi sottratti alla nostra terra per impianti agrivoltaici e fotovoltaici.
27.000 aerogeneratori onshore e 1.200 aerogeneratori offshore che deturperanno le nostre coste e le nostre colline.
738 richieste di impianti eolici presentate da società create ad hoc, con sedi fuori dalla Sardegna, senza alcuna radice né rispetto per la nostra isola.Questi progetti, presentati da multinazionali predatorie e speculatori senza scrupoli, sono pensati unicamente per soddisfare le esigenze energetiche di oltre 55 milioni di persone, in una terra che conta solo 1,6 milioni di abitanti. Questa è la realtà della speculazione energetica sotto gli occhi di tutti. Nulla che abbia a che fare con una transizione energetica equa, democratica, realizzata nell’interesse delle comunità locali e nel rispetto del suo ecosistema.Per una Mobilitazione di Massa
Caminera Noa sosterrà attivamente la 'Legge di Pratobello', una proposta di iniziativa popolare contro l’assalto eolico in corso ai danni della Sardegna. L’obiettivo è affermare il diritto dei sardi a decidere del proprio futuro. La proposta di legge si basa su un forte principio di autodeterminazione, richiamando l’art. 3 del nostro Statuto, che attribuisce al popolo sardo piena competenza legislativa sulle normative urbanistiche indicate nella proposta.
La questione, oltre che di carattere ambientale, paesaggistico ed economico, è anche e soprattutto politica: è il diritto dei sardi alla sovranità nazionale sulla propria terra", continua la nota.
E non mancano le polemiche: "La legge N° 5, approvata lo scorso 3 luglio dalla neogovernatrice Todde, la cosiddetta moratoria, si è rivelata un provvedimento non adeguato a fermare la speculazione energetica, fermando i nuovi impianti per un massimo di 18 mesi, periodo in cui il governo regionale mira a individuare le aree idonee dove far installare nuovi impianti", accusano.
Questa legge, voluta da Alessandra Todde, è stata progettata con la consapevolezza che sarebbe stata impugnata, poiché incostituzionale e quindi inadatta a fronteggiare realmente l’assalto speculativo.Fa sorridere vedere oggi la Todde esultare affermando “Colpo di scena. Avevamo ragione noi” davanti all’impugnazione del governo. Ma la politica, si sa, è fatta di manipolazioni, bugie e inganni. Da che parte sta davvero la Todde? Ricordiamo che è stata parte di un governo, quello di Mario Draghi, che ha pianificato di trasformare la Sardegna in un gigantesco serbatoio energetico dell’Italia, come avvenne in passato per l’industrializzazione selvaggia delle imprese petrolifere e con l’occupazione militare di oltre 35mila ettari di territorio. L’isola è, insomma, una terra di conquista coloniale per uno Stato che non tiene minimamente in considerazione la volontà e i reali interessi dei sardi. E ora, mentre Alessandra Todde detiene il potere in Sardegna, fa abilmente finta di combattere ciò che avrebbe dovuto contrastare anni fa.
La neogovernatrice sarda condivide con Draghi la responsabilità politica di questo assalto speculativo. Poco ci interessano le spiegazioni che riguardano questioni burocratiche", proseguono.
"La nostra posizione è chiara", spiegano. "Noi di Caminera Noa non accetteremo passivamente questo ennesimo atto di sfruttamento. Pretendiamo una transizione energetica giusta, che sia nell’interesse delle comunità locali, e che le decisioni sul futuro energetico della Sardegna siano prese dal popolo sardo, nell’interesse delle nostre 377 comunità, senza imposizioni esterne che possano trasformare e compromettere in modo radicale il nostro habitat.Invitiamo tutti i sardi e le sarde, tutte le persone che amano questa terra, i comitati, il mondo della cultura a unirsi alla resistenza contro l’assalto delle multinazionali energetiche".
Poi l'appello: "Questa è una chiamata alla mobilitazione di massa. La Sardegna non è in vendita".
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