CAGLIARI. "La strage di diritto e di vite umane è una strage di Stato". Irene Testa, la garante dei detenuti in Sardegna, commenta così la notizia dell'uomo di 52 anni che si è tolto la vita la scorsa notte nel carcere sassarese di Bancali. Il bilancio dei suicidi negli istituti penitenziari è drammatico: dall'inizio dell'anno sono morti quasi trenta detenuti. Nel 2023 i suicidi sono stati 69, sei al mese.
L'ultimo proprio in Sardegna. Il cinquantaduenne detenuto a Sassari è stato trovato morto, con un cappio al collo, dagli agenti penitenziari all'apertura delle celle. "È una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea", ha detto Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
Tra le questioni più urgenti denunciate infatti ci sarebbe la carenza di operatori sanitari, psicologi e psichiatri negli istituti penitenziari.
"Il suicidio avvenuto ieri nel carcere di Sassari segna il 27esimo dall'inizio dell'anno", commenta Irene Testa, "Questo dato è un campanello dell'allarme che indica che il sistema penitenziario è in una condizione di emergenza. A togliersi la vita sono anche gli agenti di polizia penitenziaria, tre dall'inizio dell'anno. Possibile che tutto il sistema carcere debba ricadere su chi lavora in quei luoghi e si fa finta di non vedere cosa accade? Fino a quando si pensa di poter contenere il malessere all'interno degli istituti nascondendo il problema. Il Presidente della Repubblica sproni Governo e Parlamento a intervenire".