CAGLIARI. La cattiva notizia è che la Sardegna perde più della metà dell'acqua tra tubi rotti e condotte logore, la buona è che l'attenzione a questo tipo di sprechi sta cambiando, e in meglio. A dirlo è l'Egas, l'ente di governo dell'ambito della Sardegna, che ha presentato oggi un convegno che avrà l'ambizione di fare il punto sulle ripercussioni del cambio climatico, cercando possibili soluzioni per tutelale le risorse idriche in Sardegna.
I dati nell'isola non mentono, gli sprechi si evidenziano soprattutto in costa e in presenza delle città più popolose, come i capoluoghi di provincia. La Sardegna vanta 7mila chilometri di reti e più di 10mila chilometri di condotte in 49 acquedotti totali. Il problema è che il sistema è ormai vecchio e deteriorato, e metà di queste acque non arrivano nelle nostre case e si perdono cammin facendo.
Ancora poche le iniziative di riamodernamento delle reti, per questo ora diventa importante, quasi cruciale, la sfida quella legata ai fondi Pnrr, con risorse da spendere per effettuare interventi nel sistema idrico integrato. Per la rete sarda si contano 150 milioni totali, e verranno utilizzati per le urgenze e per gli interventi mirati, aiutando così a minimizzare gli sprechi.