PORTOSCUSO. La Sardegna è fortemente penalizzata per quanto riguarda il caro energia a causa di un forte gap con il resto d'Italia e dal mercato internazionale fortemente competitivo.
È quanto emerso dal convegno sul caro energia "Per non spegnere l'industria del Sulcis ", organizzato alla Portovesme srl e da Confindustria Sardegna Meridionale dove oggi si sono riuniti i parlamentari sardi con il presidente dell'Assemblea sarda Michele Pais, i consiglieri regionali e in collegamento video l'assessora regionale dell'Industria Anita Pili.
"Già dal 2021 la situazione produttiva e occupazionale delle imprese "è stata messa a dura prova dai rincari energetici", ha detto durante l'incontro l'amministratore delegato della Portovesme srl, Davide Garofalo. "Oggi per l'azienda, ha sottolineato l'ad, i costi per l'energia elettrica hanno raggiunto percentuali di oltre il 70% dei costi totali e per la linea zinco questa forchetta è passata dal 34% all'86%. Da qui una serie di richieste alle istituzioni, e in particolare al governo, tutte con il fine di "far gareggiare l'Isola ad armi pari": tra le istanze avanzate c'è quella di "verificare la possibilità di riproporre lo strumento della super-interrompibilità per le aziende energivore della Sardegna e della Sicilia; di equiparare gli aiuti riconosciuti fino ad ora alle aziende gasivore italiane agli utenti industriali della Sardegna non serviti da metano".
“Una strategia energetica comune e una rivendicazione unitaria per chiedere allo Stato la perequazione dei costi energetici in modo da rendere la nostra industria competitiva”.
Lo ha detto invece il presidente del Consiglio regionale Michele Pais aprendo i lavori.
“Gli elevati costi - ha detto il Presidente Pais - mettono a rischio la continuità della produzione industriale e, di conseguenza, i posti di lavoro. Oggi dal Sulcis parte l’ennesimo grido di allarme rivolto al Governo nazionale. E’ necessario intervenire subito e in maniera generalizzata seguendo la strategia della giunta Solinas che ha rivendicato un ruolo di primo piano della nostra Regione in materia di energia. Le nostre industrie , in qualunque parte della Sardegna si trovino, devono essere competitive sul mercato per scongiurare il blocco delle produzioni. Il nostro obiettivo primario è quello di difendere le aziende e i posti di lavoro, diretti e indiretti, e l’attività delle imprese sarde dell’ indotto per consolidare tutti i livelli occupazionali".