ROMA. C’era una terza nave sulla rotta della Moby Prince alle 22.03 di quel terribile 10 aprile del 1991. E sarebbe stata “una sua drammatica manovra” a provocare il disastro.
È questa la clamorosa conclusione della commissione d’inchiesta sulla tragedia che costò la vita a 140 persone, tra cui il comandante Ugo Chessa e altri 25 sardi. Solo un terzo natante, secondo la commissione, avrebbe potuto provocare il disastro, sfilando a dritta del Moby Prince mentre il traghetto si trovava vicino alla petroliera Agip Abruzzo.
Non la nebbia, né un’avaria al timone, nessuna responsabilità da parte di equipaggio e comandante (definiti dai commissari eroici), né tantomeno una bomba: nulla di tutto ciò fu la causa della collisione tra il traghetto e l’Agip Abruzzo.