CAGLIARI. Il primo luglio 2021 in Sardegna, a causa del Covid, c'erano solo due pazienti ricoverati in terapia intensiva e 43 in area medica, che necessitavano di cure per i sintomi acuti. Oggi, a distanza di 365 giorni, nel terzo anno dell'epidemia, i pazienti in Rianimazione sono 11 e quelli negli altri reparti sono 127. Numeri enormemente più alti che, letti con la lente di un eventuale no vax, potrebbero far dire: visto che i vaccini non sono serviti a niente e la situazione è peggiore dell'anno scorso?
Ma per avere una visione corretta della realtà i dati bisogna guardarli tutti e contestualizzarli. Il numero di casi rilevato nell'arco di 24 ore esattamente un anno fa era di dieci. In estate, con l'ondata di turisti che iniziava a montare, si contavano sulle dita di due mani. Il bollettino regionale diramato oggi parla di 2.569 nuovi positivi: 257 volte superiori rispetto alla stessa data del 2021. E si parla solo di quelli ufficiali e registrati: impossibile conoscere il numero di coloro che hanno riscontrato il contagio con il tampone fai da te e dei portatori di virus totalmente asintomatici, che sono sempre esistiti.
Prendendo a parametro un solo giorno, quindi, si può dire che il virus dilaga ma al momento ha un impatto irrisorio sugli ospedali. Senza contare che ora la circolazione delle varianti è talmente rapida che tanti posti letto risultano occupati da positivi, che però sono ricoverati per altre ragioni e vengono classificati come tali solo perché sottoposti al tampone.
In più, un anno fa si circolava con le mascherine, nei luoghi chiusi e in caso di assembramenti, e c'erano ancora restrizioni in vigore. Ora i vincoli sono caduti. Ma oggi come allora si registrano zero decessi. A rischio ci sono i più fragili. Ma per loro c'è la quarta dose di vaccino.
