NUORO. Analisi, critica (e autocritica), conclusione: "Avere la consapevolezza di non contare più nulla nei palazzi fa male". E auspicio: "Possiamo ripartire solo dando fiducia ai nostri attivisti, anche e soprattutto nelle scelte che avvengono sui territori".
La riflessione sulle condizioni devastate del Movimento 5 Stelle, a Roma e di riflesso in Sardegna, è il deputato nuorese Alberto Manca, eletto quando il M5s aveva una forza tale da diventare il primo partito in Italia e adesso soffoca tra le macerie, sulle quali si scannano Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.
Manca scrive su Facebook. Ecco il suo post.
Ho atteso a lungo prima di scrivere questo post, sono stati mesi di silenzi e lunga riflessione. So che tanti di voi potrebbero reagire male a questo mio messaggio, ma vorrei che lo leggeste fino alla fine per avere completezza di informazioni per poter esprimere un giudizio consapevole su quanto sta accadendo.
In questo periodo qualcosa non è andato bene e purtroppo è sotto gli occhi di tutti, a partire dalle nomine sui territori che sono state fatte, ma non solo.
A tal proposito, mi domando e vi domando: dove sta la tanto decantata democrazia interna, se nella scelta delle persone si punta soltanto sulle “amicizie”, circondandosi di chi non può avere una visione differente dalla propria? Qualcuno ha ascoltato gli attivisti? Qualcuno ha ascoltato i cittadini? O sono forse stati consultati esclusivamente quei portavoce sardi che invece di stare sul territorio passano i loro fine settimana prevalentemente a Roma?
Non ve lo nascondo, sono molto amareggiato, e se vi pongo queste riflessioni non è certo per lamentarmi di qualcosa che non va, ma perché io stesso mi interrogo su che futuro possa avere il MoVimento. Questa è la domanda che dovremmo porci tutti, anche davanti alle dichiarazioni di uno dei nostri Vicepresidenti, che ha avuto l’ardire di sostenere in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno che “senza il presidente Conte, i 5 Stelle di fatto non esistono".
Per questo sono dell’idea che ci sia bisogno di maggiore dialogo interno. La nomina dei nuovi coordinatori regionali non ha dato seguito a quelle che sono state le richieste dei nostri iscritti. È stata data una collocazione a persone che non avevano ruoli e che non potevano essere collocate altrove. E questa non è la prima volta che succede!
Io conservo il ricordo di un sogno, di una speranza, di tanti cittadini entusiasti e orgogliosi che finalmente a Roma ci fosse qualcuno pronto a far sentire la loro voce. Tutto ciò è svanito. La carica iniziale sembra esser sbiadita e questa è la cosa che mi fa più male.
Avere la consapevolezza di non contare più nulla nei palazzi fa male, e mi dispiace che stia accadendo senza che nessuno possa farlo notare, perché farlo comporta il rischio di esser ricoperto di insulti.
In Sardegna è successo questo e questo mi rammarica assai. Possiamo ripartire solo dando fiducia ai nostri attivisti, anche e soprattutto nelle scelte che avvengono sui territori. In tutti i viaggi che ho fatto in Sardegna questo era ciò che veniva richiesto dai cittadini: MAGGIORE COINVOLGIMENTO e questo non è mai avvenuto.
Loro sono le nostre sentinelle, loro sanno chi in questi anni ha battuto il territorio e chi invece è stato presente solo nel momento delle nomine o sui social, con una comunicazione che non andava mai alla sostanza!
P.S. Sul quesito del doppio mandato voterò NO alla sua estensione e lo farò con coerenze rispetto ai principi originari che mi hanno coinvolto e mi hanno portato ad avvicinarmi al MoVimento 5 Stelle. Eventuali deroghe o regolamenti speciali su determinati soggetti sarebbero soltanto la prova della volontà di tutelare alcuni “prescelti”.
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