CAGLIARI. Il Comune aveva sbagliato a non concedere l'autorizzazione. E questo lo ha stabilito il Tar. Ma a quanto pare gli errori sono continuati, perché per scelte che sembrano ancora tutte da chiarire l'amministrazione aveva continuato a sbagliare, affidandosi a un professionista che non avrebbe fatto il suo dovere, anche se proveniente da ambienti molti vicini all'entourage dell'assessora (ora defenestrata).
La vicenda in questione riguarda il no opposto dagli uffici, nel 2014, alla Duap ((Dichiarazione unica autocertificativa per le attività produttive) della società il Lido di utilizzare la rotonda come area destinata alla musica. Dal Poetto era partito un ricorso al Tar: i giudici amministrativi avevano annullato il diniego. L'ok così era arrivato, ma in ritardo. E il Lido aveva chiesto il risarcimento dei danni causati dai tempi lunghi nella concessione che avevano causato una riduzione del lavoro e degli introiti.
La quantificazione è arrivata con sentenza a gennaio 2022: tra spese e interessi il Comune è stato condannato a pagare oltre 88mila euro. Somma che è diventata un debito fuori bilancio sul quale ieri ha discusso il consiglio comunale: i soldi dovranno essere presi dalle casse pubbliche.
A prendere la parola, tra gli altri, il consigliere dell'Udc Antonello Angioni, che ha ripercorso le tappe della vicenda, anche sul piano giudiziario. Il Comune, nel giudizio ammnistrativo, è stato assistito dall'ufficio legale. Ma l'assessorato aveva anche nominato un perito di parte. E qui si sollevano dubbi, basati anche sulla relazione stilata sul debito fuori bilancio dall'attuale dirigente Alessandro Cossa che, ha detto Angioni, si riserva "di valutare la proposizione di eventuali e plausibili azioni nei confronti del consulente tecnico di parte che, per quanto dichiarato in sentenza, parrebbe non aver adeguatamente tutelato gli interessi dell'Amministrazione in merito alla corretta quantificazione del danno".
Angioni chiede che si valutino azioni anche nei confronti del dirigente che sbagliò nel 2014 negando le autorizzazioni, ma che ha anche "designato, quale consulente tecnico del Comune, il fratello del segretario particolare della sua assessora che, tra l'altro, parrebbe che non abbia neppure fatto il proprio dovere". Perché alla fine, ha concluso Angioni, "a pagare sono sempre i cittadini".