QUARTU. "Sì alla movida, no alla malamovida", lo scrive il sindaco di Quartu Graziano Milia che nei giorni scorsi ha emesso due ordinanze per limitare la musica sul litorale.
"Dopo lo stop alla musica dalla mezzanotte nei giorni feriali e dall’una nei festivi e prefestivi, arrivano altre due importanti ordinanze, sui limiti alla somministrazione di bevande in vetro e lattine negli spazi all'aperto al di fuori dei pubblici esercizi e sulla regolazione del volume nelle rimanenti ore della giornata nei locali del lungomare", scrive.
"Si tratta di provvedimenti doverosi, che richiamano le prescrizioni dell'ordinanza balneare regionale e la normativa nazionale in materia, e che non precludono in alcun modo la prosecuzione della normale attività dei chioschi sul lungomare, che ricordo essere attività autorizzate esclusivamente alla somministrazione di cibo e bevande, non all’organizzazione di serate danzanti o altri generi di spettacolo. Né allo stato attuale potrebbe essere diversamente, perché oltre a non avere la possibilità per legge di fare musica, molti di questi locali non posseggono le caratteristiche minime strutturali e di sicurezza atte ad accogliere grandi afflussi di persone, ed inoltre insistono all’interno di un bene demaniale di straordinario valore ambientale come la spiaggia del Poetto, che va tutelato e protetto.
Non mi dilungherò in dettagli burocratici. Mi limito ad un banale esempio pratico: cosa pensate che succeda quando un in un baretto attrezzato al massimo con tre bagni- compreso quello per i disabili -si riversano in una sola sera centinaia di persone?
Pensate che tutti attenderanno in coda il loro turno per fruire dei servizi igienici o che gli stessi servizi potranno svolgere in modo efficiente il loro lavoro a fronte di numeri tanto elevati?
E chi ha delle impellenze a quel punto dove andrà ad espletarle se non in spiaggia e nelle aree verdi circostanti? La stessa spiaggia dove l’indomani mattina migliaia di bagnanti stenderanno i loro asciugamani e faranno giocare i loro bambini. L’arenile è un bene di tutti, non può essere usato come una grande cloaca a cielo aperto.
Non può essere usato nemmeno per ballare: perché il carico antropico, se eccessivo, comporta conseguenze estremamente dannose a causa della sabbia che viene asportata dal continuo calpestio.
Come potete capire, dunque, non si tratta solo di limitare il rumore, né si vuole impedire ai giovani di divertirsi: il problema non è la movida. Si tratta, piuttosto, di assumere tutti assieme la responsabilità di un bene collettivo da tutelare, e di stimolare un utilizzo alternativo e più rispettoso del nostro litorale. Nei giorni e nelle settimane scorse avevamo chiesto a più riprese ai gestori dei locali di attenersi alle attività per le quali sono autorizzati ad operare, senza sconfinare in attività abusive e fuori controllo.
Non avendo ricevuto segnali di collaborazione siamo stati costretti a introdurre dei provvedimenti di riordino, che non sono contro qualcuno, ma per il bene dell’intera collettività.
Il Poetto è dei giovani, dei turisti, delle famiglie, ed è anche degli sportivi che ogni giorno a migliaia affollano il lungo mare per svolgere attività fisica".
- Redazione
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