SARROCH. Blitz dei ranger della Forestale alla Saras: gli investigatori, su delega della Procura, si sono presentati nella raffineria per sequestrare documenti e notificare informazioni di garanzia agli indagati nell'ambito dell'inchiesta condotta dal pm Enrico Lussu sugli anomali sversamenti in mare del 2017. La notizia è riportata da L'Unione Sarda in edicola oggi.
Il fenomeno, che si è ripetuto anche in occasioni successive, era stato denunciato attraverso la produzione di video e foto: a seguito di piogge il mare davanti alla Saras aveva assunto una consistenza oleosa, con grandi chiazze scure. Alghe, per i vertici dello stabilimento dei Moratti, che alla notizia dell'apertura del fascicolo aveva diramato una nota: si trattava, sostenevano alla Saras, di "acqua di mare mista ad alghe (di qui, il colore scuro) che era stato necessario spostare da una parte all’altra dello specchio acqueo antistante il porticciolo delle imbarcazioni di servizio, per evitarne l'accumulo che avrebbe bloccato i mezzi anti-inquinamento". In seguito alle potenti raffiche di scirocco della scorsa primavera - proseguiva la nota - le alghe avevano occupato l’area destinata alla movimentazione dei natanti, che per obbligo di legge devono essere sempre pronti all’intervento. Proprio per liberare lo specchio di mare della piccola darsena, era stata utilizzata una tubazione per convogliare le alghe da un lato all’altro della rada. Restiamo a disposizione degli inquirenti per qualsiasi chiarimento".
Inquinamento, invece, per gli ambientalisti dell'associazione Salva il mare. E, forse, anche secondo la Procura. Che ieri ha inviato in raffineria gli uomini della Forestale e i suoi consulenti, per l'acquisizione e analisi di carte sulla vicenda. Il riserbo è massimo.