CAGLIARI. A maggio ha fatto registrare il record di passeggeri, con numeri al di sopra anche del periodo pre pandemia. Ma dopo il botto dei dati aumenta la tensione sull'aeroporto di Cagliari Elmas. Da una parte ci sono gli scioperi, che ricadono anche sulla Sardegna, indetti per domani, 8 giugno, dal personale di Ryanair e Volotea. Dall'altra le perplessità crescenti, nonostante le rassicurazioni, sulla nascita della holding unica, a partecipazione privata, per la gestione dei tre scali della Sardegna.
Le contestazioni dei lavoratori, innanzitutto. Quelli di Ryanair si fermeranno per 4 ore, dalle 10 alle 14. A indire la protesta i sindacati Filt Cgil e UilTtrasporti. Protestano per il "mancato adeguamento ai minimi salariali previsti dal contratto nazionale, il perdurare di un accordo sul taglio degli stipendi (contingency agreement) non più attuale, le arbitrarie decurtazioni della busta paga, il mancato pagamento delle giornate di malattia, il rifiuto della compagnia di concedere giornate di congedo obbligatorio durante la stagione estiva e la mancanza di acqua e pasti per l'equipaggio".
Stessa fascia oraria per la contestazione di Volotea, scatenata da, si legge in una nota, "Retribuzioni inferiori ai minimi previsti dal Contratto Nazionale, trasferimenti e distacchi non regolamentati, continui errori nella trasmissione dei dati a INPS con ritardi di quasi 2 anni, e ripetute contestazioni disciplinari ingiustificate e contro la legge".
Sul fronte della società di gestione, la Sogaer, sono ancora i sindacati a muovere critiche rispetto all'ingresso importante dei privati del fondo F2i e alla fusione dei tre aeroporti sardi, con un'unica società di gestione. Un'operazione voluta dalla camera di commercio, guidata da Maurizio De Pascale, che oggi ha incontrato i rappresentanti dei lavoratori. Mentre è saltata l'audizione in consiglio regionale.
L’operazione, in base alle informazioni in nostro possesso, appare non motivata da reali esigenze di sviluppo di uno scalo in crescita,
con enormi potenzialità e assolutamente nessuna necessità di fusioni societarie o quant’altro”, hanno detto i segretari Simona Fanzecco (Cgil), Mimmo Contu (Cisl) e Andrea Lai (Uil).
L’aeroporto di Cagliari è la principale porta d’accesso alla parte meridionale dell’isola e la consistente offerta di collegamenti non
soggetta a stagionalità determina un flusso di traffico business in tutto l’arco dell’anno: “Riteniamo che su tale tema sia necessaria
l’apertura di un tavolo istituzionale con tutte le parti sociali coinvolte al fine di esaminare le reali intenzioni dichiarate. Al momento non si ravvede, infatti, alcun vantaggio per la specifica realtà dell’aeroporto di Cagliari-Elmas, in crescita esponenziale fino al 2019 e di nuovo oggi, come conferma la ripresa sprint dopo i due
anni di pandemia”.
Sul tema interviene anche Maria Laura Orrù, nella duplice veste di sindaca di Elmas e consigliera regionale di Possibile: “Non è proprio istituzionalmente corretto che la Sindaca della cittadina che ospita l’aeroporto di interesse strategico per tutta la Città metropolitana di Cagliari e per la regione intera, debba informarsi attraverso la stampa così come sono costretti a fare i sindaci potenzialmente interessati, i Consiglieri regionali e tutti gli attori coinvolti” afferma, "Non ci si può fermare alla lettura dei quotidiani per avere certezze sugli assetti di governance, sui contenuti dei patti parasociali, sui piani industriali (ammesso che esistano) e sul vero assetto delle quote”, ribadisce ancora. “è importante capire se la Regione e/o la Città metropolitana di Cagliari vogliono essere protagoniste dirette nella ricomposizione societaria di un asset fondamentale per lo sviluppo strategico e turistico del sud Sardegna".
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