CAGLIARI. Fare sesso in auto davanti una chiesa non è considerabile “atto osceno” perché la chiesa non può considerarsi un luogo “abitualmente frequentato” da minori. Sulle scorte di questo ragionamento la corte d’Appello di Cagliari ha assolto William Aresu, 36enne cagliaritano, e Paolo Simone Ghironi, 39enne di Settimo, accusati di atti osceni in luogo pubblico per aver avuto rapporti con una prostituta transessuale in via Tavolara - strada che costeggia la chiesa di Nostra Signora del Carmine - il 23 ottobre del 2015.
I dueerano stati inizialmente portati davanti al giudice con l’accusa di violenza sessuale: in un primo momento la presunta vittima aveva infatti dichiarato di essere stata costretta a consumare il rapporto. Posizione poi ritrattata senza che tuttavia l’esito del processo cambiasse: modificato il reato da violenza sessuale ad atti osceni in luogo pubblico, nell’aprile del 2016 la corte d’Assise aveva condannato entrambi a 9 mesi di carcere.
A ribaltare la sentenza, impugnata dagli avvocati Herika Dessì e Roberto Nati, ci ha pensato a oltre un anno di distanza il giudice di secondo grado: non potendo considerare la chiesa un “luogo abitualmente frequentato da minori”, come la fattispecie aggravata degli atti osceni in luogo pubblico richiede, l’accusa non sta in piedi e quindi i due uomini vanno assolti.
"Per luoghi abitualmente frequentati da minori - spiega l'avvocato Dessì, difensore di Aresu - la Cassazione intende ad esempio scuole, società sportive, oratori o luoghi in cui gli adolescenti si ritrovano di solito: né la parrocchia del Carmine - dove non risulta nessuna attività di catechesi - né la vicina piazza del Carmine - presidiata ventiquattro ore al giorno dalle forze dell'ordine - possono essere considerati come luoghi di ritrovo di minori". Nessuna aggravante dunque per il rapporto sessuale nel caso in questione, ma solo la fattispecie semplice di atti osceni depenalizzata nel frattempo dalla Suprema corte: i due dovranno dunque pagare una multa che verrà quantificata dal prefetto.