CAGLIARI. La protesta degli autotrasportatori sardi non si ferma, ma potrebbe essere aggiustato il tiro. Dopo l'appello di numerose associazioni degli agricoltori, e l'intermediazione avviata ieri da Coldiretti, si lavora all'accordo per far superare i blocchi nei porti alle merci deperibili prodotte nelle campagne sarde.
I presidi attuati finora avevano iniziato a produrre danni enormi per le imprese: tonnellate e tonnellate di prodotti a breve scadenza, come frutta e verdura, ritirate nelle aziende e destinate alla Penisola avevano iniziato a marcire all'interno di container e semirimorchi lasciati nei piazzali degli scali della Sardegna, con un impatto devastante per l'economia dei produttori dell'Isola.
Coldiretti fa sapere che "apprezziamo il grande senso di responsabilità del raggruppamento “Protesta autotrasportatori sardi”, che pur continuando la sacrosanta battaglia per il rincaro prezzi ed in particolare del gasolio che sta mandando in tilt il comparto, ha accolto il grido di dolore arrivato dal mondo delle campagna per i gravi danni conseguiti in seguito al blocco dei porti.
Autotrasportatori e soci di Coldiretti spiegano che, "la battaglia è di tutti per questo è fondamentale portare avanti una rivendicazione unitaria e non danneggiare altri comparti, come purtroppo è avvenuto in questi quattro giorni di protesta estrema che ha lasciato nei porti ingenti quantità di prodotti agroalimentari freschi".
I primi spiragli sono stati aperti a Porto Torres. Intanto a Nuoro va in scena una manifestazione di protesta, con i tir che sfilano al centro della città. E se la sollevazione dovesse continuare - ma potrebbero arrivare provvedimenti urgenti del governo - l'attenzione si sposta sulla Saras, che raffina il petrolio: nei presidi si fa sempre più insistente la voce di una manifestazione davanti ai cancelli dello stabilimento di Sarroch.