CAGLIARI. Dieci morti in 24 ore. Un solo nuovo ingresso in terapia intensiva. Saldo dei posti letto occupati in Rianimazione: uno in più rispetto al giorno precedente, per un totale di 31.
È un dato che salta all'occhio quello contenuto nel report della Protezione civile sull'andamento dell'epidemia in Sardegna, riferito al 26 gennaio: all'elevato numero di morti non corrisponde un altrettanto alto numero di letti che si liberano nei reparti dove vengono curati i pazienti più gravi. Le conclusioni sono due: o sono sbagliati i numeri ufficiali, oppure chi è morto per Covid non era in terapia intensiva.
L'elenco dei deceduti di ieri parla di un uomo di 67 anni, residente nella Città Metropolitana di Cagliari; un uomo di 67 anni, una donna di 87 anni e una di 96, residenti nella provincia del Sud Sardegna; una donna di 78 anni, residente nella provincia di Oristano; quattro uomini di 58, 60, 88 e 90 anni e una donna di 81 anni, tutti residenti nella provincia di Sassari.

Tanti anziani, quindi. Ma anche due sessantasettenni e addirittura un cinquantottenne. Che stando al report sono morti senza passare dalla Rianimazione.
Per i posti letto in aera medica non ci sono gli ingressi quotidiani ma solo il saldo da un giorno all'altro. E ieri risultavano tre posti letto occupai in meno rispetto alle 24 ore precedenti (327 in tutto). Erano tutti in questi reparti?
Non è detto. Perché, come successo a Oristano una settimana fa, si muore in pronto soccorso in attesa del ricovero. Lì le vittime sono state quattro in tre giorni. E le strutture di emergenza urgenza di tutti gli ospedali sardi sono piene di pazienti positivi, piazzati in aree dedicate. Non tutti entrati per Covid: c'è anche chi arriva per altre patologie, a volte gravi, risulta contagiato al tampone di controllo, e se non ce la fa in attesa di ricovero viene classificato come "morto Covid". Distorsioni del sistema, che fa i conti come nella prima fase della pandemia.
E a proposito di numeri distorti: in Sardegna risultano 104 positivi scoperti attraverso test antigenico rapido. È noto ormai che ormai basti un tampone in farmacia (rapido) per decretare il contagio e far scattare la quarantena. Invano si attende il molecolare della Asl, con il sistema di tracciamento travolto da centinaia di richieste. Il problema è che il dato è inchiodato su 104 da mesi. Quindi, la domanda è: come si stanno contando i positivi?