CAGLIARI. Viene definito "lo strumento operativo di gestione, fondamentale per la pianificazione territoriale dell'area protetta". È previsto da quando nel febbraio 1999 venne approvata la legge che istituiva l'area protetta. Così "fondamentale" che 23 anni dopo il Piano di gestione del parco di Molentargius non esiste.
Dopo quattro lustri e mezzo, truppe di professionisti pagati per redigerlo, direttori generali e presidenti che si sono avvicendati, proclami e annunci che si contano sulle dita delle mani di un reggimento di fanteria, nell'area umida più grande del Mediterraneo si improvvisa. La gestione va avanti quasi alla giornata, senza che ci sia un obiettivo finale messo nero su bianco, per fare del paradiso dei fenicotteri - circa 1600 ettari - una vera oasi naturale, che funzioni.
L'ultimo atto sul tema è la nomina dell'ennesimo "responsabile dl procedimento" per la redazione del piano: è il 30 dicembre quando il direttore Claudio Papoff assegna l'incarico alla dipendente Luisanna Massa. Il predecessore, Francesco Peretti, non è più dipendente dell'ente da febbraio dell'ano scorso: dieci mesi per sostituirlo. Non che avesse dedicato molto tempo all'atto "fondamentale": ci lavorava dal febbraio dell'anno precedente, quando aveva preso il posto dello stesso Papoff, all'opera dal 2017. Senza esito, a quanto pare.
Ma mica aveva iniziato lui. Il 4 giugno del 2007 venivano approvati gli atti di gara per la selezione di 6 esperti che avrebbero dovuto redigere, loro, il piano e le linee di attuazione. Pare abbiano lavorato per cinque anni, ma non hanno partorito nulla, se non delle "linee guida" per arrivare al Piano. Una cosa così striminzita che anche l'ente la definisce un documento "non formale" ma una "serie di idee che confluiranno in un progetto partecipato". Che non si è mai visto.
Del parco fanno parte i Comuni di Cagliari, Quartu, Quartucciu e Selargius, oltre alla Città metropolitana (ex Provincia). In 23 anni non hanno partorito il documento fondamentale che dovrebbe dire cosa è e cosa debba diventare Molentargius. Meno male che i fenicotteri non lo sanno e continuano ad arrivare e riprodursi.
- E.F.
- News