SASSUOLO. Emergono altri retroscena dalla brutale strage di famiglia avvenuta ieri pomeriggio a Sassuolo dove ha perso la vita anche Elisa Mulas, 43 anni, di origini sarde (QUI LA NOTIZIA).
Il killer, Nabil Dhahri, tunisino di 38 anni che ha ammazzato a coltellate prima la moglie, poi i due bambini maschi di 2 e 5 anni e la madre di lei, Simonetta Fontana 64 anni, poi si è tolto la vita. E prima di compiere il folle gesto avrebbe minacciato la moglie. "La minacciava di morte, era andata a denunciarlo", racconta Patrizia, un'amica di Elisa Mulas in lacrime.
La relazione tra i due era finita da poco tempo, la moglie si era trasferita a casa della mamma Simonetta ma nonostante la separazione permetteva comunque a Nabil di vedere i suoi figli.
"Elisa aveva deciso di permettergli di vedere i figli con regolarità anche se negli ultimi giorni lui, incapace di accettare la fine della loro unione, aveva iniziato a minacciarla", racconta la testimone.
"Proprio due giorni fa mi aveva fatto sentire un audio di Nabil che diceva: ' Se non mi fai vedere i bambini ricordati che ti ammazzo'". Il giorno dopo le minacce Elisa "si era recata in commissariato a denunciare. Purtroppo la sua furia omicida è arrivata prima che lei potesse essere protetta in qualche modo".
L'omicidio è avvenuto ieri in una zona residenziale di Sassuolo, in via Daniele Manin, a pochi passi dal centro storico. Si è salvata una figlia di Elisa di 12 anni, avuta da un'altra relazione, che al momento della strage era a scuola. L'unico sopravvissuto della strage è un anziano ultranovantenne che era in casa, bisnonno dei due bambini e padre della suocera uccisa. Durante il massacro l'anziano era a letto perché in precarie condizioni di salute.
"Mi hanno chiamato dalla scuola, nessuno rispondeva. Quando sono arrivato qui sotto c'era una pattuglia, avevo le chiavi. Siamo saliti, ho aperto la porta, ho visto un corpo a terra" ha raccontato Enrico Mulas, il fratello della 43enne Elisa.
"Siamo saliti, ho aperto la porta, ho visto un corpo a terra".