CAGLIARI. La Regione Sardegna non deve prorogare le concessioni demaniali marittime fino al 2033. Quello dell'autorità garante per la concorrenza non è un ordine, ma poco ci manca. Perché quella che nell'ultimo bollettino ufficiale è presentata come una "raccomandazione", si conclude con un messaggio: in caso di mancato adeguamento l'Antirtust è "legittimato ad agire in giudizio contro gli atti amministrativi generali, i regolamenti ed i provvedimenti di qualsiasi amministrazione pubblica che violino le norme a tutela della concorrenza".
Arriva una tegola, quindi, sulla delibera della giunta regionale del 24 settembre 2020 con la quale tutte le concessioni degli stabilimenti balneari si considerano validi, in automatico, fino al 2033. Una decisione - forte della normativa nazionale sottostante - che aveva portato anche allo scontro con alcuni Comuni, Olbia in testa, che erano stati minacciati con lo spettro del commissariamento se non si fossero adeguati alla direttiva di Villa Devoto.
Ora entra in campo l'Antitrust, che rende pubbliche le risultanze dell'adunanza del 12 ottobre: "Le disposizioni relative alla proroga delle concessioni demaniali marittime contenute nei provvedimenti amministrativi integrano", si legge nel provvedimento, "specifiche violazioni dei principi concorrenziali, nella misura in cui impediscono il confronto competitivo che dovrebbe essere garantito in sede di affidamento di servizi incidenti su risorse demaniali di carattere scarso, in un contesto di mercato nel quale le dinamiche concorrenziali sono già particolarmente affievolite a causa della lunga durata delle concessioni attualmente in essere".
Secondo l'Autority "gli atti amministrativi regionali" che prorogano le concessioni fino al 2033 "si pongono in contrasto con gli articoli 49 e 56 del TFUE, in quanto suscettibili di limitare ingiustificatamente la libertà di stabilimento e la libera circolazione dei servizi nel mercato interno, nonché con le disposizioni normative euro-unitarie in materia di affidamenti pubblici".
L’Autorità auspica, si lege ancora, "che codesta Regione modifichi le disposizioni indicate eliminando le distorsioni concorrenziali evidenziate. L’Autorità auspica, inoltre, che la Regione, a seguito delle modifiche introdotte con la Legge Regionale n. 7/2021, non dia corso ad alcuna proroga temporale al 2033 - senza una preventiva procedura pubblica competitiva trasparente, obiettiva, imparziale e non discriminatoria".