CAGLIARI. Dopo mesi di segnalazioni i sacchi di nylon pieni di sabbia che deturpano il Poetto di Cagliari non sono ancora stati rimossi. Per questo i Progressisti del Consiglio Comunale di Cagliari e di quello Regionale si mobilitano per la loro rimozione e chiedono un tavolo urgente. "A oggi nessuno ha provveduto al ripristino ambientale, mentre la Regione, il Comune di Cagliari e l'attuale concessionario del Lido non si accordano su chi debba occuparsene", spiega Francesca Mulas, consigliera comunale che sul tema ha presentato un'interrogazione.
I sacchi di plastica sono stati installati 26 anni fa, per arginare il problema di erosione della spiaggia, ma con il passare del tempo si sono distrutti e rischiano di causare un grave disastro ambientale. La plastica si sta disfacendo e brandelli di nylon stanno finendo in mare e sull’arenile.
I sacchi sono venuti a galla dopo le mareggiate invernali e sono visibili da marzo. Da allora sono diverse le segnalazioni da parte dei cittadini, ma finora nessuno interviene. Nel frattempo la Regione e il Comune di Cagliari hanno inviato una diffida allo stabilimento del Lido, in cui sorgono i sacchi, per progettarne il ripristino e la rimozione ma i gestori dello stabilimento dicono di non poter intervenire, perché spetta ai tecnici delle pubbliche amministrazioni (QUI LA NOTIZIA).
I Progressisti hanno organizzato un incontro questa mattina al Poetto per fare il punto sulla situazione. Il gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale ha chiesto la convocazione urgente della Commissione competente per dialogare con tutte le parti coinvolte e procedere con urgenza a bonificare l’area interessata. Purtroppo non possono intervenire nemmeno le associazioni di ambientalisti perché con la rimozione dei sacchi si rischierebbe di inquinare ulteriormente. Servono dei protocolli mirati e spetta alle istituzioni trovare una soluzione.
“Cosa possiamo fare noi cittadini? Niente”, aggiunge Mulas. "Servono strumenti escavatori e protocolli per la rimozione e lo smaltimento". Intano sul web spunta anche una petizione sul tema lanciata da Carola Ludovica Farci. La raccolta firme ha già raggiunto 25mila adesioni.
