CAGLIARI. Le date delle nozze si rinviano. Una, due, tre, anche cinque volte. I vestiti rimangono appesi negli atelier. I locali che lavorano con gli eventi rimangono vuoti. Gli animatori a casa. Così come i fotografi. Questo è lo scenario che si presenta in Sardegna nel settore dei matrimoni che racchiude 30 professionalità e circa 17mila addetti. Oggi è il giorno della ripartenza in tutta Italia, tranne in Sardegna. E simbolicamente wedding planner, fotografi, titolari di negozi di abiti da sposa e animatori, si sono dati appuntamento sotto il Consiglio regionale per un flash mob. Una rosa in mano, rossa o bianca, simbolo della ripartenza e della speranza che anche nell’Isola qualcosa si muova. Quattordici mesi a casa pesano. “Chiediamo alla politica regionale di poter anticipare la data annunciata dal Governo, il 31 luglio è troppo lontano”, dice Ivonne Concu, organizzatrice della manifestazione, “siamo rimasti zitti per tanto tempo, ora basta, servono i ristori, ci ritroviamo anche a dover rendere i soldi degli acconti ai nostri clienti”. “C’è chi ha registrato un calo del fatturato del 100 per cento”, dice la collega Elena Costa dell’associazione “Insieme per il wedding”, “nell’ultimo dpcm non siamo stati neanche menzionati”.