CAGLIARI. Due sodalizi criminali: uno legato alla 'ndrangheta, con piazza operativa a Sant'Elia, e l'altro al rifornimento di narcotico, che arrivava dalla Lombardia per il Cagliaritano e il Nuorese. È scattato così il maxi sequestro di beni e società da 1 milione di euro appartenenti ai 4 sardi "boss" dei trafficanti che erano stati scoperti nell'operazione "Dama" del Ros di Cagliari lo scorso anno.
I carabinieri hanno sequestrato in particolare l'intero patrimonio aziendale e il capitale sociale della società “L’Orizzonte di Antonella Usula & c. s.n.c.”, con sede a Villacidro, e sede operativa a Cagliari, di Angelo Biasoli, conti correnti, carte di debito e polizze, un immobile di Milano e autovetture dell'azienda, l'intero patrimonio aziendale, i conti correnti e il capitale sociale dell’impresa individuale intestata a Jonata Matza, con sede a Guasila e fondi rurali nel territorio del medesimo comune per un’estensione approssimativa di 3 ettari.
Poi ancora: quote ideali fino alla concorrenza del valore della edificazione e completamento, suscettibile di rivalutazione in aumento in seguito a perizia di fabbricati abusivamente realizzati da Palmas Sergio a Pimentel in località S’Acqua Salida, e l'abitazione di Umberto Sanna.
I quattro erano stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulle due bande della droga: l’una con a capo Efisio Mura, che aveva qualificati contatti con emissari della famiglia di ‘ndrangheta Barbaro-Papalia di Buccinasco, e che aveva imposto la propria presenza nel quartiere di Sant'Elia con metodi violenti e gestiva una delle piazze di spaccio (in particolare cocaina ed eroina) più importanti del capoluogo, l’altro con a capo il guasilese Umberto Sanna, radicato tra la Sardegna e la Lombardia (in particolare nella provincia di Bergamo), che si era rivelata una delle principali linee di rifornimento di narcotico per la provincia di Cagliari e quella di Nuoro.