CAGLIARI. Dopo la politica, le associazioni, e i singoli cittadini, oggi si fa sentire di nuovo il comitato “Nonucle-noscorie”. Lo stesso che nel 2011 è riuscito a raccogliere circa 17mila firme per la consultazione popolare che aveva portato a un “no” secco alle scorie in Sardegna. Dopo 10 anni si sente ancora l’esigenza di rifiutare le scorie. Perché fa paura l’idea di ospitare un deposito nell’Isola, così come è stato indicato dalla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. In Sardegna ce ne sono 14.
Così il comitato oggi si è presentato in piazza del Carmine, davanti al Tar, con un fascicolo di documenti ufficiali stilati in dieci anni che dimostrano che i sardi non vogliono i rifiuti nucleari in Sardegna. Sono stati tutti consegnati alla rappresentante del Consiglio Dei Ministri Amalia Di Ruocco. “Abbiamo tenuto sempre la mobilitazione molto alta”, ha detto Bustianu Cumpostu, uno dei padrini del comitato no scorie, “questa è una fase istituzionale, ma poi bisognerà arrivare a una fase più forte, quella si mobilitare il nostro popolo”. Un concetto ribadito anche da Aurora Pigliapochi, anche dieci anni fa era in prima linea nella raccolta delle firme tra i sardi. “Noi abbiamo solo la nostra terra, non abbiamo altro da difendere, faremo le nostre battaglie, sempre democraticamente, sperando che non ci obblighino a non essere democratici”.