CAGLIARI. "Troppi immigrati clandestini" anche in Sardegna. E "oggi il Governo rende le operazioni di rimpatrio più difficili". Lo pensano gli esponenti di Fratelli D’Italia, che aderendo alle manifestazioni in tutta Italia dai colleghi di partito, hanno deciso di organizzarne due anche nell’Isola. Una ieri a Porto Pino, dove spesso arrivano gli immigrati con i loro barchini, e una oggi a Cagliari in piazza del Carmine, dove spesso si danno appuntamento gli immigrati che vivono in città e hinterland.
Il messaggio era scritto a chiare lettere su uno striscione: “No al decreto insicurezza, fermiamo l’immigrazione clandestina”. In piazza una ventina di esponenti del partito di Giorgia Meloni che sventolavano le bandierine.
“Oggi, in un periodo abbastanza complesso per la nazione, con un Governo che impone ai cittadini italiani tutta una serie di limitazioni di libertà personale, sarebbe stato più utile convocare le Camere e impegnarle nella discussione di queste misure”, ha spiegato Marco Porcu, coordinatore provinciale di Fratelli D’Italia, “invece che occupare il tempo per riformare quei decreti che tutt’altro faranno tranne che limitare l’immigrazione clandestina”.
Porcu si riferisce al nuovo decreto sulla sicurezza votato con fiducia in parlamento, e richiede, seguendo la linea del partito, “un blocco navale al largo delle coste dei paesi del Nord Africa, proprio per impedire questa tratta. Non sono flussi controllati spesso, per cui si aggiunge il problema della pandemia all’arrivo di personaggi che spesso vengono lasciati andare dalle galere del Nord Africa, e arrivano qua e di solito bivacchiano in spazi pubblici e con espedienti non totalmente legali”.
Per questo la battaglia in Parlamento continua, in prima fila c’è Salvatore Deidda, deputato, anche lui in piazza del Carmine. “Abbiamo messo l’accento su ciò che accade in Sardegna, il Governo non solo non ha risposto, ma non ha portato la solidarietà al carabiniere che è stato aggredito l’altro giorno da un immigrato algerino”, dice Deidda, che chiede a Conte di ritirare il provvedimento, che “rende più difficile rimpatriare gli immigrati che entrano clandestinamente”.
Al centro della discussione una delle norme che non piace agli esponenti del centrodestra, perché renderebbe le operazioni di rimpatrio “quasi impossibili”: è legata all’orientamento sessuale. “L’immigrato clandestino può rifiutarsi di farsi rimpatriare dichiarandosi omosessuale: abbiamo chiesto come si fa a verificare la tendenza sessuale di una persona? Questa è solo una delle tante norme che renderanno impossibile il rimpatrio”.